Sogni in qwerty

Con il cuore in mano


Già. Cuore, mano, lingua.Con il cuore in mano, come un cardiochirurgo che ne estrae dal petto uno malconcio, dilatato, ammaccato, magari bucato come una vecchia camera d’aria ormai rappezzata già troppe volte, e ne re-impianta un altro,  recuperato anche lui, usato, ma ancora in buone condizioni, tali da potere andare avanti ancora per un po’. Parlare con il cuore in mano fa bene al cuore, lo fa pompare forte, magari in mezzo a qualche lagrima, ma restituisce  la verità non detta, rischiara la semioscurità nella quale si è spenta quella piccola candelina che pure un pochino riusciva a rischiararla. Non è facile parlare con il cuore in mano, con il proprio cuore in mano che si agita e rischia di cadere a terra facendosi male, ma  quando ci riesci ti senti bene, e senti che quel giorno non è passato invano. Antonio Facchiano