Sogni in qwerty

BUON ANNO


alla ragione e al tortoTra la crisi economica e la guerra in medio oriente, quest’anno l’augurio di “Buon Anno” appare una pia illusione, un atto di fiducia nella Divina Provvidenza, frutto di forzato ottimismo o di irrazionale superficialità.Più che un augurio, “Buon Anno” sembra una preghiera. Forse sarà davvero un buon anno; forse questo 2009 sarà anche migliore del 2008, ma ciò non si realizzerà per la buona volontà di chi ha in mano le sorti  dei governi, o dell’economia o dei poteri nazionali e sovranazionali. Forse sarà un buon anno, sì, ma solo perché il buon Dio ascoltando la preghiera insistente, si muoverà a compassione e farà in modo di donare luce alle menti e infondere pace ai cuor  (da “Astro del cielo”).Luce alle menti dei governanti; luce alle menti di chi ha il dito sui pulsanti nella stanza dei bottoni; luce alle menti di chi ha nelle sue mani il destino di vite altrui.E pace ai cuori in guerra, ai cuori che vedono la guerra non dentro i monitor a colori tra un quiz e uno spot, ma attraverso i vetri rotti delle loro finestre. Pace ai cuori di chi ha ragione e ai cuori di chi ha torto, perché la pace porta la ragione nel cuore di chi ha torto.E allora: Buon Anno; che da augurio trito e banale diventi speranza sincera, preghiera, promessa e alla fine, realtà.Antonio Facchiano