L’Italia colleziona il maggior numero di infrazioni europee La apertura di una procedura di infrazione europea si verifica quando la Commissione Europea accerta o sospetta il mancato recepimento di una direttiva, da parte di uno stato membro. Il numero di infrazioni collezionate dall’Italia negli ultimi anni è di circa duecento; gli altri Stati membri non sono proprio virtuosissimi, ma l’Italia è la peggiore, sotto questo aspetto (http://ec.europa.eu/community_law/infringements/pdf/25_annexes_1_to_4_en.pdf ).Una lista di infrazioni è riportata al sito http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/infringements_en.htm Di infrazioni europee si parla moltissimo in Italia http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2008/01/italia-finalmen.html); la ricerca su Google di “infrazione europea “ e “Italia” trova 252 mila siti. Le infrazioni riguardano prevalentemente la difesa dell’ambiente, verso il quale c’è evidentemente ancora poca attenzione in Italia, ma riguardano anche le modalità degli appalti pubblici, le telecomunicazioni, i servizi bancari, l’uso dei cordoni ombelicali per le banche di cellule staminali, etc. Sembra proprio che l’applicazione delle direttive europee in Italia non sia la prima priorità all’ordine del giorno per i nostri politici e amministratori. E noi italiani facciamo la solita figura dei pierini, dei discoli indisciplinati e maleducati, che non fanno i compiti a casa e magari disturbano le lezioni in classe insieme a qualche altro monello, e quindi devono essere rimessi in riga con qualche scappellotto.Questo è lo specchio dei nostri amministratori ma è un’immagine impietosa e ingiusta degli italiani, o almeno di quella maggioranza che lavora con passione e dedizione, con consapevolezza delle regole e delle emergenze ambientali, dei diritti e dei doveri.La apertura di una procedura di infrazione è rivolta ad assicurare il recepimento delle direttive e può portare alla emissione di una multa. Domanda: chi pagherà le multe dovute per il mancato recepimento delle direttive?Credo (e mi piacerebbe essere smentito) che i milioni di euro necessari siano a carico delle tasche dei contribuenti italiani, che restano così ancora una volta sia cornuti che mazziati.Ecco, una buona legge da fare sarebbe quella che, con la equità e la misura del caso, “privatizzasse” la responsabilità degli enti pubblici, in questo caso la responsabilità del parlamento italiano e degli enti locali. Se le multe gravassero direttamente sui rimborsi dei nostri amministratori (unici responsabili del mancato recepimento delle direttive europee), questi ultimi probabilmente sarebbero più motivati ad applicare le direttive, l’Italia riceverebbe meno infrazioni, si vivrebbe forse tutti un po’ meglio e saremmo tutti più orgogliosi di essere italiani. Antonio Facchianoda www.italoeuropeo.ithttp://www.italoeuropeo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1435&Itemid=107
ITALIANI : CORNUTI E MAZZIATI
L’Italia colleziona il maggior numero di infrazioni europee La apertura di una procedura di infrazione europea si verifica quando la Commissione Europea accerta o sospetta il mancato recepimento di una direttiva, da parte di uno stato membro. Il numero di infrazioni collezionate dall’Italia negli ultimi anni è di circa duecento; gli altri Stati membri non sono proprio virtuosissimi, ma l’Italia è la peggiore, sotto questo aspetto (http://ec.europa.eu/community_law/infringements/pdf/25_annexes_1_to_4_en.pdf ).Una lista di infrazioni è riportata al sito http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/infringements_en.htm Di infrazioni europee si parla moltissimo in Italia http://iltafano.typepad.com/il_tafano/2008/01/italia-finalmen.html); la ricerca su Google di “infrazione europea “ e “Italia” trova 252 mila siti. Le infrazioni riguardano prevalentemente la difesa dell’ambiente, verso il quale c’è evidentemente ancora poca attenzione in Italia, ma riguardano anche le modalità degli appalti pubblici, le telecomunicazioni, i servizi bancari, l’uso dei cordoni ombelicali per le banche di cellule staminali, etc. Sembra proprio che l’applicazione delle direttive europee in Italia non sia la prima priorità all’ordine del giorno per i nostri politici e amministratori. E noi italiani facciamo la solita figura dei pierini, dei discoli indisciplinati e maleducati, che non fanno i compiti a casa e magari disturbano le lezioni in classe insieme a qualche altro monello, e quindi devono essere rimessi in riga con qualche scappellotto.Questo è lo specchio dei nostri amministratori ma è un’immagine impietosa e ingiusta degli italiani, o almeno di quella maggioranza che lavora con passione e dedizione, con consapevolezza delle regole e delle emergenze ambientali, dei diritti e dei doveri.La apertura di una procedura di infrazione è rivolta ad assicurare il recepimento delle direttive e può portare alla emissione di una multa. Domanda: chi pagherà le multe dovute per il mancato recepimento delle direttive?Credo (e mi piacerebbe essere smentito) che i milioni di euro necessari siano a carico delle tasche dei contribuenti italiani, che restano così ancora una volta sia cornuti che mazziati.Ecco, una buona legge da fare sarebbe quella che, con la equità e la misura del caso, “privatizzasse” la responsabilità degli enti pubblici, in questo caso la responsabilità del parlamento italiano e degli enti locali. Se le multe gravassero direttamente sui rimborsi dei nostri amministratori (unici responsabili del mancato recepimento delle direttive europee), questi ultimi probabilmente sarebbero più motivati ad applicare le direttive, l’Italia riceverebbe meno infrazioni, si vivrebbe forse tutti un po’ meglio e saremmo tutti più orgogliosi di essere italiani. Antonio Facchianoda www.italoeuropeo.ithttp://www.italoeuropeo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1435&Itemid=107