Sogni in qwerty

NUCLEARE: IL REFERENDUM IGNORATO


Firmato un accordo di cooperazione sul nucleare con la Francia. Riparte la corsa verso il nucleare in Italia.Nel 1987 circa 21 milioni di italiani  (pari all’80% dei votanti) dissero no al nucleare in Italia.A 22 anni di distanza quella presa di posizione è definita “fanatismo ecologico” dal nostro premier (ANSA 24-2 2009: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_901879463.html).Io ho sempre  pensato con orgoglio a quella scelta fatta, una scelta che politici accorti e intelligenti avrebbero potuto e dovuto trasformare in occasione  per sostenere e sviluppare tecnologie alternative per un ambiente più pulito e per una maggiore indipendenza energetica. Invece la insipienza di generazioni di politici corrotti e trafficoni è riuscita solo a garantire una maggiore sudditanza energetica verso i produttori di petrolio e di metano, una arretratezza tecnologica, un’aria più inquinata e una maggiore povertà di tutto il paese.Ora, a 22 anni di distanza, quel referendum non ha più valore?La volontà popolare chiaramente espressa dalla stragrande maggioranza  dei votanti è andata in prescrizione?Evidentemente sì. La firma di questo accordo di collaborazione con la Francia per lo sviluppo del nucleare in Italia ora appare come una occasione per recuperare il tempo perso e ricolmare il gap tecnologico accumulato, ma non risolverà la nostra crescente fame di energia né tanto meno ridurrà la nostra dipendenza energetica, poiché snobberemo i produttori di petrolio e gas ma dipenderemo dai produttori  di uranio che ne decideranno il prezzo a loro piacimento.Bisognerebbe investire sulle energie pulite e rinnovabili che abbiamo in abbondanza come l’energia eolica, il sole, l’energia geotermica, l’energia delle maree, l’energia idroelettrica, i bio-gas, l’etanolo, il bio-diesel… invece ci prepariamo ad avvelenare  ancora di più il nostro territorio e ad arricchire ancora di più i mercanti internazionali. Dicano quel che gli pare, il futuro NON può essere nel nucleare, perché il nucleare è costoso, è sporco, non è rinnovabile, perché le riserve di uranio non sono inesauribili e perché non abbiamo neanche una piccola miniera di uranio sul nostro territorio. Non c’è una sola buona ragione per investire adesso risorse serie nel nucleare. Sarà difficile, ma spero che sia possibile sottoporre  di nuovo a quesito referendario la normativa sull’energia  non solo per dire un no definitivo a questo nucleare, ma soprattutto per dire un sì vincolante a politiche serie sulle rinnovabili.  Antonio Facchiano