Sogni in qwerty

LE PALLE DELLO STATO


Con più di 250 morti accertati e danni gravissimi, la polemica impazza dopo il terremoto in Abruzzo. Ma qui non si tratta di poter o non-poter prevedere i terremoti. Forse sarà possibile prevederli, magari in un futuro vicino, ma per favore non spostiamo i termini della polemica, che comunque è sempre utile, se costruttiva. In questi giorni di dolore e di tragedia che non si ferma (perché  in Abruzzo la terra continua a tremare forte, scotendo forte anche gli animi) il problema su cui cominciare a confrontarsi, accanto alla gestione della emergenza, è la prevenzione. Purtroppo nel nostro paese nel campo dei terremoti e delle catastrofi naturali, come in molti altri campi, è evidente la assenza di una adeguata politica preventiva.Lo Stato dovrebbe  avere la lungimiranza e diciamo pure i testicoli per prendere delle decisioni forti e agire poi in maniera che le decisioni prese siano attuate; la prevenzione anti-sismica, attraverso la messa a norma di tutto il patrimonio edilizio, è uno dei campi su cui si gioca la credibilità dell'intero paese e della sua classe dirigente, nonché la vita stessa dell'intero popolo italiano. Il reato di omessa prevenzione dovrebbe essere contemplato nel nostro ordinamento giudiziario e dovrebbe essere dato agli amministratori e ai politici un termine ragionevole di pochi anni per adeguare le normative e le infrastrutture. Sarebbe sicuramente un lavoro immane, ma gli amministratori in fondo servono a questo e hanno tutte le competenze necessarie.I costi elevati e i vincoli  di tutela del patrimonio artistico sono spesso  usati come un alibi per non agire; ma mi chiedo se sia più  bello un centro storico ingabbiato ma in piedi, oppure lo stesso centro storico raso al suolo da terremoti di entità neanche tanto forte.La sicurezza  delle persone deve essere messa al primo posto e dunque lo Stato dovrebbe agire con i mezzi che ha per imporre che tutto il patrimonio edilizio nazionale venga messo a norma anti-sismica entro un tempo ragionevolmente breve. Se si vuole, si può fare.Di morti sotto le macerie nella mia vita ne ho visti molti, troppi, dal terremoto dell'Irpinia di 29 anni fa. Di macerie ne abbiamo avute tutti abbastanza, è ora che lo Stato, dimenticando per un momento tasse e tributi, mostri i suoi attributi e agisca con una efficace politica di prevenzione in tutti i campi, dai terremoti alle altre catastrofi naturali come le alluvioni, dagli incidenti stradali  che possono facilmente essere prevenuti con controlli preventivi e disincentivi, agli incidenti domestici, alle malattie da cause ambientali e da errati stili di vita.Prevenzione è la parola d'ordine  (anche giuridico) che garantirebbe sviluppo sociale e culturale, e in ultima analisi una vita migliore per tutti.   Costi quel che costi.