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L’ora di rompere le scatole

Post n°68 pubblicato il 07 Febbraio 2012 da antonio.facchiano
 

 

L’ora di rompere le scatole

 

Pagare il canone RAI è obbligatorio, ma siamo obbligati a pagare comprando a scatola chiusa. Rompiamo queste scatole una volta per tutte e pretendiamo di decidere noi per quali programmi televisivi paghiamo.

 

“Paga il canone RAI”; “Pagalo prima di incorrere in sanzioni”; “Pagalo perché è un tributo come tutti gli altri”; “Fallo perché devi farlo”;  “Fallo perché RAI è bello” ……

Io l’ho pagato, come ogni anno; in tempo per evitare anche la sanzione per i ritardatari; ma certo, la voglia un po’ mi passa quando vedo che con i miei soldi si paga la produzione de ”L’isola dei famosi”.

L’entusiasmo di pagare questo canone mi passa  completamente quando vedo pubblicizzato in prima serata il gioco d’azzardo del poker via internet, ipocritamente chiosato dal messaggio “Gioca con cautela”.

L’entusiasmo mi rimonta quando sento trasmissioni come “Il ruggito del coniglio” o quando vedo “Quelli che il calcio”.

Ma se ne torna via quando a “Ballando sotto le stelle”, trasmissione di punta della prima serata, si fa una gara di spogliarello, che col valzer, col quick-step e col tango ha ben poco a che fare. Squallido espediente per tenere su l’audience; espediente che con lo spirito familiare di questa trasmissione c’entra veramente poco.

La voglia di pagare il canone mi risale quando vedo Saviano a “Che tempo che fa” o il “Letterman Show” su RAI 5 .

Mi passa quando vedo e sento molte trasmissioni RAI televisive e radiofoniche che discutono quotidianamente l’oroscopo; mi passa  sapendo che io sto pagando quei professionisti che discutono con serietà del fatto che il capricorno oggi dopo pranzo non deve farsi trascinare in operazioni economiche spericolate e che solo dopo le 3 del pomeriggio gli tornerà la potenza sessuale temporaneamente smarrita, sempre ammesso che la luna non litighi con Giove.

I miei soldi di contribuente RAI vanno a finanziare anche questo, tutti i giorni, ogni giorno.

Beninteso, ognuno è libero di credere o non credere all’oroscopo, e non voglio certo impedire  a chiunque di esprimere le proprie opinioni; ma vorrei tanto sapere se questi maghi e cartomanti vanno alla RAI gratis o se sono pagati anche con i miei soldi.

 

Io ho pagato il tributo alla RAI perché mi piace che sia garantito il pluralismo delle voci nell’approfondimento giornalistico; perché mi piacciono i programmi d’intrattenimento fatti con intelligenza e perché è giusto sostenere un sistema televisivo pubblico, ma non voglio pagare il pessimo gusto o l’incentivazione dell’ignoranza o la volgarità, almeno non in prima serata.

Propongo che a chi paga il canone venga data la possibilità di  esprimere le proprie preferenze nei confronti delle trasmissioni RAI andate in onda l’anno precedente, liberandoci così dal perverso meccanismo dell’auditel, che ha una validità solo commerciale, e non è affatto un indice di qualità.

Se devo essere offeso dalla stupidità o dallo squallido calcolo commerciale della pubblicità fatta a qualunque cosa e a chiunque paghi, preferisco farmelo fare gratis da una televisione commerciale.

 
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