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Forse ci dovremmo un po' incazzare

Post n°59 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da antonio.facchiano
 

Forse ci dovremmo un po’ incazzare  


I cittadini de L’Aquila protestano con cartelli al collo (http://ilcentro.gelocal.it/multimedia/home/23055944/1/3) con su scritto: ”Io alle 3 e 22 non ridevo" ( vedi altre news  http://it.notizie.yahoo.com/7/20100214/tts-l-aquila-in-piazza-nella-zona-rossa-c8abaed.html).

E’ nato anche un gruppo su facebook  (http://www.facebook.com/group.php?v=wall&ref=search&gid=302288078330) intitolato “Quelli che alle 3.32 non ridevano” (http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_15/caccia-protesta-contro-sciacalli_ec71a872-19ff-11df-8cad-00144f02aabe.shtml )

Queste sono notizie col sapore amaro della sconfitta della civiltà; notizie che fanno male a chi crede nella democrazia, nella giustizia e nella solidarietà.
Gli scandali sessuali di personaggi influenti, pur clamorosi, sono aspetti secondari, tutto sommato; ma le intercettazioni che svelano il cinismo delle iene ridens, degli sciacalli che ridono sulle sventure del prossimo, sbavando  e affilando i propri denti  (
http://www.agi.it/news/notizie/201002111924-cro-rt10303-g8_maddalena_intercettazioni_imprenditori_ridono_del_terremoto) pronti ad approfittarne, aprono uno squarcio fetido sugli appetiti di imprenditori senza scrupoli e sul rischio di corruzioni e clientele. Questi rischi ridicolizzano la favola della mancanza delle risorse economiche per combattere precarietà, povertà, ingiustizia, malasanità.  Favoletta raccontata da tutti i governi e alla quale, francamente, non crede più nessuno. Secondo il Sole24ore del 12 febbraio ( http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2008/02/corruzione-italia-brucia--miliardi.shtml?uuid=5994a372-d93f-11dc-864a-00000e251029&DocRulesView=Libero ) la corruzione in Italia costa circa 50 miliardi di euro all’anno, pagati dai cittadini onesti che pagano le tasse. 50 miliardi  all’anno sarebbero sufficienti a risanare i bilanci della scuola pubblica e della giustizia, e a dare una boccata di ossigeno alla sanità pubblica mortificata, ai servizi sociali, ai trasporti dei pendolari spesso ammassati nei treni e nelle metro come bestiame da macello.
Forse ci dovremmo  incazzare un po’ di più quando fatti come questi (che pure avvengono tutti i giorni a tutte le latitudini) vengono smascherati e diventano pubblici. Ma qui si arrabbiano solo i cittadini perbene, che sono senza alcun dubbio la stragrande maggioranza, ma non hanno più alcun potere di decisione, di veto, di indirizzo.
Qualcuno alza un po' la voce, ma l'unico risultato è la vendita di qualche copia in più dei quotidiani e l'aumento dell'audience di telegiornali e altre trasmissioni televisive, ma poi, dopo qualche sfuriata, tutto torna nella quieta e muta tranquillità melmosa nella quale sguazzano i coccodrilli.
Dovremmo certamente incazzarci di più di fronte a tutto questo, ma è pur vero che ognuno ha i suoi problemi di sopravvivenza quotidiana, e perciò domina ovunque una sorta di fatalismo nel quale a sera ognuno è soddisfatto se è riuscito almeno a sopravvivere. E come dargli torto?
Ecco perché davanti a questo scempio dovrebbe incazzarsi soprattutto e innanzitutto lo Stato, con le sue istituzioni, i suoi uomini, la sua forza, la sua credibilità.
Con le sue leggi, quelle giuste e condivise; quelle che azzerano i furbi e disinnescano le loro trappole.

 
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Angelo il 17/02/10 alle 11:41 via WEB
Io penso che incazzati lo siamo tutti. Pero' prevale l'assuefazione, il che e' pessimo, e ci teniamo tutto. Come dici tu, si punta alla sopravvivenza. Forse si dovrebbe seguire una volonta' diversa: VOGLIO VIVERE, NON SOPRAVVIVERE
 
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