Apocaliptos

U N . P O E T A


Mario LuziNon sta in sé, crepaper troppa vegetudine la gleba,l’inverno allenta i suoi fermaglie io bulbo nascentetrapungo la sua crosta,un po’ la squarcio, un poco la sfarino.Che ne è di me?Sarò o non sarò futuro,forse un ciuffo di fiorimi coronerà la cimaoppure a tantonon arriverà il mio succotroppo fiacco, troppo stento.Sarò solo uno sterpoe dopo il suo seccume,ma governa l’infortuniola mente minima e universa,mi renderò concimeper altre fioriture,
essesi aprirannoall’aria, e alla mano dell’uomo che le toccae le sollevaal suo tripudio,alla sua preghiera.Mario LuziLasciami, non trattenermi. Poesie ultimea cura di Stefano Verdino