Apollo Errante

Nativitas


Silenzioso, come un lontano ronzio d’api;  lieve, come il crepitio del fuoco nel deserto notturno; tenue, come un bacio di madre che sigilla il tuo sonno infantile; fuggevole, come il passo d’una gazzella tra i monti boschivi; algido, come un fiocco di pura neve. Ecco la mia voce. Ma tu l’hai ascoltata tonante perché hai temuto la puntura dell’ape, perché hai paventato la luce bruciante del fuoco o il gelo della neve. Il silenzio ha lacerato la tua anima con la sua roboante quiete e trasformato quel bacio di madre in un morso letale di fiera da cui fuggi con passo veloce e insicuro. Ma ora siedi e ascolta. Potrà mai essere consolato chi solca il mare senza giungere in porto? Non perderà i frutti del suo campo chi semina senza mietere? Ecco dunque io semino perché tu possa solcare questo mare infinito e giungere in porto. Hai visto i due fiumi di fuoco e la loro luce splendente come giacinto; sei caduto sul volto senza guardarmi. Ora potrai farlo e potrai ascoltarmi senza coprirti il volto con le tue mani. Ho inviato il mio aratro per aprire il solco nella mia terra vergine; e il nuovo giardino fiorirà. In esso mille api e mille insetti combatteranno le loro battaglie, molti uccelli si nutriranno dei suoi semi prima che germoglino. Mille fiere divoreranno mille gazzelle e mille gazzelle nutriranno col sangue loro quella nera terra vergine che proteggerà il suo frutto migliore. Guerra dentro la pace: come un bimbo che gioca distruggendo ciò che crea soltanto per ricostruirlo e continuare a giocare. Gioca distruggendo ciò che fa per distruggere la fine e allontanare la distruzione dal suo sogno infantile. Ecco dunque, il mio aratro distruggerà la terra per farla rivivere così come il suo frutto sarà mangiato e il suo umore libato per darle vita. Non biasimare dunque il pastore che nutre e uccide il suo agnello perché è suo il compito di offrire quel frutto a chi dovrà mangiarlo e dunque il suo gesto non sarà tradimento ma opera di pace. Il solco che separa le zolle non divide la terra, come una nave non può dividere le acque se non per l’istante in cui essa le solca. Non elogiare l’onesto che si astiene dall’agire nel rispetto della legge, poiché egli non sente che l’eco di quel fuoco nel deserto notturno, poiché egli sogna i sogni altrui e percorre il solco senza chiedersi dell’aratro. Sarebbe come guardare la ruota che gira senza vedere il carro e colui che lo conduce sulla via. La mia amata ha dunque ascoltato il mio palpito leggero e ha sciolto col suo candore il fiocco di neve e ora, solo e infinitamente piccolo  il silenzio esorta a separare l’essenza e il nome da ciò che reputi visibile e purifica rammentando ovunque la vita futura. Sarà dunque notte. Una notte stellata in cui l’impuro pastore che dona la morte per la vita, potrà essere purificato dinanzi ai tuoi occhi. In quella notte egli sarà il primo a vedere dopo che il monte avrà aperto il suo solco al silenzioso crepitio del fuoco nel deserto notturno. Taci dunque e ascolta.Caudapavonis (tratto da Mal'Akim ad Maryam - di R. Caravella)