Apollo Errante

Ipocrisia e riso amaro


Ovemai nessuno se ne fosse accorto o abbia fatto finta di nulla, oppure abbia ignorato come sempre il fangoso e irritante sproloquiare sensa senso del nostro amato duce mi adopero affinchè costoro possano meditare sull'ennesima sentenza del suddetto. Cito testualmente: "Gli Italiani devono lavorare di più!". Non male, devo dire; abbastanza divertente anche se ne ho sentite di migliori e più argute, in verità. Doopo un lungo meditare su tale sentenza per capire almeno se fosse stata espressa dal nostro amato con intenti ironici o con preoccupante serietà sono giunto alla conclusione che, tutto sommato, neanche lui avrebbe saputo rispodere; ragione per cui mi è subito balenata nella mente la domanda più ovvia da farsi in questi casi: Ma questo signore - probabilmente affetto da una qualche malattia degenerativa del sistema limbico e del sistema nervoso centrale - con chi diavolo di gente ha a che fare durante il giorno? Quale parte d'Italia frequenta il giovanotto? Ho girato e giro tutt'Italia, molta Europa, e un bel pezzo delle Americhe. Ho visto lavorare molta gente fino a spezzarsi le ossa. In alcuni casi fare illegalmente lavori altrove perfettamente legali ma proibiti dal governo locale per spezzare la schiena a quel particolare ceto sociale (in genere le donne,,,). Ho visto bambini lavorare nelle cave di zolfo per un misero dollaro al giorno con la prospettiva di vivere tutt'al più fino a diciotto - vent'anni. Qui, in Italia vedo la gente lavorare come altrove. Forse qualcuno, lo ammetto, si rilassa un poco perchè il posto è fisso e quindi il salario a fine mese prima o poi arriva. Ma, chi non gode del privilegio del posto fisso, avete idea di cosa è costretto a fare per tirare avanti? No? tento di spiegarlo io in parole poverissime. Si avvia una attività investendo denaro solitamente imprestato a tassi proibitivi dalle banche, Nulla o quasi nulla elargisce lo stato... Poi si comincia. I creditori vogliiono il denaro con puntualità esasperante mentre i debitori ritardano i pagamenti con un'ostinazione irritante, i clienti vogliono ciò che spetta loro e il lavoratore le cerca tutte per poter galleggiare in questo mare melmoso. Ma non finisce qui perchè l'attività ha sempre dei passivi dovuti a rinnovo o aggiornamento dei macchinari, dei locali o quant'altro. é allora che si comincia a decidere per i bassi costi e qualità appena dignitosa. Ma il malcapitato non sa o cerca di non pensare a cosa ha dietro le spalle... Degli enormi giganti lenti, ciechi e inesorabili che inghiottono ogni disgraziato come lui che passa sotto le loro grinfie. Comincia a domandarsi quindi se correre più in fretta o laniarsi nelle fauci del mastodonte regalandogli la propria percentuale di debiti in cambio di un pò di respiro. Ma il mastodonte, il più delle volte, lo schiaccia o lo mastica senza ingoiarlo sputandone poi i miseri resti. Tutto questo solo nel caso in cui il non salariato abbia deciso di intraprendere un'attività diciamo... normale,,, Ma se per caso fosse un operatore della cultura allora è certo che i problemi si moltiplicano in modo esponenziale. Ma che cos'è la cultura? Il nostro duce credo non lo sappia... Forse crede che la cultura sia una cosa pallosa inventata da quella maledetta sinistra che ormai si è slogata ogni articolazione nel tentativo di nascondere la propria destrorsa "omosessualità" partitica. Eh, già. Cultura è Dan Brown, Totti, Paperissima e le veline, o forse Scherzi a parte... Cultura è una lunga serie di filmacci mal prodotti e peggio recitati a base di polizie di ogni genere e specialisti scientifici che risolvono casi idioti scoprendo ogni sorta di colpevole basandosi unicamente su un frammento di pelo di pube trovato incastrato a due metri d'altezza tra le pieghe di una tenda a dodici metri di distanza dalla presunta vittima.... Questa è vera cultura, amici miei! Le piovre paesane, i gavettoni da caserma. Ma noi dobbiamo lavorare di più. Caudapavonis