Apollo Errante

Anima e Anamnesys - ovvero della Luce


Laddove ci paia che la vita vada ritraendosi tra le pieghe del suo silenzioso destino ci sembra di scorgere l'oblio del nulla e della morte; ciò che era dunque non è. Ma questo non è che l'effetto di ciò che riteniamo la maggiore conquista dell'Occidente moderno: la riduzione, cioè, della psiche a mero accidente fisiologico ben lungi dal vertice delle facoltà cui era posto in passato.Eppure la ra
gione stessa, nel suo corso diffidente va enunciando orizzonti paralleli che esita a connettere pur ammettendo l'influenza di questi sul problema della psiche e dell'anima. Cautamente tiene distinti i due fronti fin quando almeno qualcosa che sfami la logica non li unisca ragionevolmente.Di certo sappiamo tutti ormai che ogni materia - sia essa vivente o minerale - ogni essere, contiene memoria e da essa è dominata suo malgrado; pure nell'allontanarsi dal mondo convulso della vita cui ha appartenuto mantiene questa caratteristica anche se a noi sembrerebbe il contrario. Facciamo fatica a credere che un corpo che abbia pensato, ricordato, agito, sopravviva alla morte. Eppure così è. Se ogni molecola, ogni atomo vitale vibra e oscilla nel moto della sua massa continuerà a farlo anche quando esso muterà il suo stato. Ogni atomo resterà atomo anche se si dividerà dalla popolazione che componeva quel corpo.Ma sappiamo, perché è la storia ad insegnarcelo, che una diaspora non cancella la memoria, né cancella il sottile principio che essa ha prodotto. Così ogni atomo formerà altre molecole ma sempre finirà col connettersi ad una nuova popolazione per edificare vita capace di produrre immagini della memoria. E' quel suo vibrare costante e indipendente come il nostro involontario respirare a vivificarla inces-santemente dentro e fuori del mondo dei viventi. Dunque la morte non cancella la memoria che viaggia sul suo alito sottile portando con sé l'immagine segreta di un anima completa.Chi di noi saprebbe obiettare a tutto ciò se nel miracolo telematico, così tanto amato e perseguito, questo filo, sia pure minerale e siliceo, ha le medesime qualità? Un microchip contiene una memoria del nostro vissuto virtuale eppure, isolato dalla corrente elettrica o estratto dal suo corpo non è che materia inerte, sabbia, polvere, atomo.Ma dunque cos'è che lo anima, lo vivifica col suo alito leggero se non la corrente che nel nostro immaginario popolare traduciamo estensivamente come luce? Di certo sappiamo che non è un sostantivo legato al semplice gioco di associazione perché inconsciamente sentiamo quel "oltre" quel di più - oggi più che mai - che di molto sovrasta i meccanismi dell'elettromagnetismo. Nella luce sappiamo essere molto più che una semplice energia elettromagnetica che eccita e muove la materia ancorché lontana dall'antico ed invisibile etere mai snidato dalla sua silenziosa ed invisibile tana.Luce è dunque un'animata vitalità di cui soltanto la più piccola sua parte si mostra nel nostro orizzonte angusto; il suo reame è ben più esteso e insondabile perché sappiamo procedere molto oltre nella sfera segreta del tempo e, anzi, nel tempo la luce si annida in realtà. Su di sé essa porta il fardello opprimente del nostro vivere e di essa, del suo stato primordiale si ammanta quel Dio cui aneliamo, come quel lume capace di guardare il mondo intero da un capo all'altro. Di questa luce si può scorgere il lieve palpito soltanto nell'elevazione mistica o se ne scorge un barbaglio in quei casi in cui non riusciamo a nascondere più a noi stessi ciò che siamo. Inconfessabili istanti - spesso suscitati dal dolore - ci lasciano nudi dinanzi a visioni che sappiamo essere verità ma che dobbiamo fingere di ignorare dinanzi al mondo per continuare ad essere accettati come membri del mondo "reale". Tutti fingono, tutti mentono, tutti sanno, nessuno ne sa parlare, nessuno ne vuole parlare. L'anima però, quel palpito leggero, conosce e riconosce ogni movenza di quella luce e ogni piccolo fremito può essere capace di esplodere ed espandersi - anche solo per un istante - fino a raggiungere i confini nervosi della nostra coscienza. E come luce-elettricità essa ci invia un immagine di ciò che ha visto e noi cogliamo in tutta la sua intensità quel raro fotogramma le cui schegge precipitano - percorrendo ogni meato del labirinto interno - per raggiungere ciascuna singola cellula.CaudapavonisTratto da "l'Anima Dolente" di Roberto Caravella -