Apollo Errante

Nuova arte oratoria: quando il Patchuly si confonde con la mirra...


Che l'Era Sylvia sia finita non c'è dubbio... ma il timore che la coda del serpente continui ad agitarsi e a far danni come un capitone a Natale, resta. Tuttavia...Se una volta tanto riuscissimo a vedere le cose soltanto per quello che sono e non per ciò che ricordiamo possano essere state forse ne guadagneremmo in salute. Sinistra, destra....mah, c'è mai stato qualcosa di reale in questi ideali?Il giovane e belloccio Clinton nostrano ha già messo le mani avanti. Ahi, che dolor… occhi aperti, benché il docile e ceruleo sguardo azzurrino possa ingannare vogliose e deluse cinquantenni, non blandisca, per carità,  i nostri sogni di libertà e rigore d’intelletto. Lo dice uno che in quei tristi giorni d’autunno rovente era lì pronto e convinto che l’ideale operaio andava difeso col sangue, se necessario. Giorni di “collettivi” e di festival dell’Unità, giorni di levità prosperosa, di odorosi di patchuly, di erba e di libertà dall’aroma vagamente texano… Ah, che bei tempi!   Quanto era bello amare in libertà e farsi fregare la ragazza sotto il naso facendo finta di niente perché era giusto così, anzi, si era più fichi…    Rutellino rutilante torna alla riscossa solleticando il delfino di colui che fu cardine della guerra ad oltranza di quei giorni, nella speranza di raccattare qualche beneficio ulteriore. E ora, maturo e ammallato  come una scorza di noce, per convenienza blandisce l’ungarico delfino di chi si schierava lustri or sono oltre il barrio ideale del rosso color. Eppure abbiamo assistito attoniti ad un lungo e appassionato soliloquio accorato di un uomo che nin quei giorni dall’odor di limone era dall’altra parte ostracizzato e deriso. Che tempi, quelli di adesso…! E quanto lontani sono da quelli in cui il ragazzetto s’innamorava della nonnina e, di letto in letto, scappava con lei fino alla morte…Un attimo solo, che accendo un stick d’incenso al patchouly…. Ecco… ahhhh. Ora si!  Che dicevamo? Ah, si…. L’ungarico suol…È strabiliante provare emozioni simili a quei vibratili umori giovanili in tempi come questi; e ancor più sbalorditivo è se queste emozioni te le dà il tuo nemico. Onore al nemico signori, cos’altro dire? Oggi che non vestiamo più Lewis, ne calziamo zoccoli… Oggi che, pagandole a peso, d'oro chiamiamo “Converse All Star”  quelle schifezze di scarpette da ginnastica da quattro soldi che portavamo in palestra al liceo vergognandoci come pezzenti… e che puzzavano come la carcassa di un orice in decomposizione. Oggi che i nostri figli ci insegnano la differenza tra un iPode  da 18 giga one touch e un pezzentissimo samsung che telefona soltanto…mentre noi eravamo costretti a fare la colletta per racimolare il costo di un gettone per poter telefonare a casa e implorare di tornare a casa alle 11 di sera…Onore alla destra, dunque se quegli ideali sono scivolati da sinistra a destra come uno spicchietto di cipolla sul fondo unto e caldo della padella italiana.  Onore a Gianfranco, erede di un destrorso e colto Almirante che, non ha ceduto ne creduto mai che potesse confondersi il passato fascista con un movimento sociale in un era in cui in politici sapevano leggere... e anche scrivere… Chi ha confuso le carte in tavola? Noi, o i nostri genitori? La mafia e la camorra o i nostri imprenditori? Lo zio che ci raccomandava, o quel maledetto “6 politico” che ci ha soffiato il piatto di pasta da sotto il naso?Onore a Fini, se mi dice che il paese è mio e che lui ha una missione da compiere, quella cioè di restituirmi il paese che mi hanno scippato sotto le mani. Onore a chi non legge mentre parla e parla per un ora e mezza senza sbagliare congiuntivi, senza offendere nessuno e senza chiedere che gli si consenta. Onore a chi mi assicura che Berlusconi è pronto per la galera insieme a tutti i suoi amichetti. Onore a chi mi dice che il patrio suol strappato a suon di quattrini è ancora fonte di onori d’arte d’ingegno e di natura. Onore a chi mi assicura che mio figlio, dismesso l’iPod da 18 giga sogni un futuro, una famiglia, un lavoro, un ideale per cui sia valsa la pena vivere.Oh Rutilante rutellino dall’occhio umido, taci, e non guardare a colui che parla in tal modo. Taci e impara. Non ci sono operai che possano più credere in te come in quei giorni confusi d’ottobre, ne borghesi che sappiano più fingere compassione per qualcosa di cui non sanno più neanche cosa sia, come la lotta proletaria. Proletaria? Pro che? Pro Leto (letavi, letaio, letatum… uccidere…? O letamen… concime… letame… o piuttosto pro laete… per i giocondi e lieti beoti di sinistra?... non saprei…È ora che ci risvegliamo dal torpore indotto a suon di tronisti e irridenti celoduristi. Senza riempire immense piazze tendendo il braccio destro con franca mascolina forza al divo di turno si vada serenamente alle urne come al confessionale: ammettendo i nostri peccati, facendo ammenda delle nostre colpe e sperando che ci venga concessa una seconda opportunità: quella di essere uomini e donne veri, una volta tanto. E che il mondo ci guardi stupito…Quasi quasi spengo l’incenso e accendo un cero….R.C