Apollo Errante

Satura Menippea - Il sussurro di un mondo perduto


Dov'è andata o Lica la tua superbia iracondia? Tu che pur inanzi andavi orgoglioso della tua potenza, non hai potuto salvare di tutto questo vascello, nemmeno la tavola del naufrago...Che altro c'è da fare se gli ideali di classi sconfitte, se la rivincita delle creazioni dell'arte, se la profferta di glutei e membri, metaforica e non, se le ascese proterve di tiranni tracotanti e sguaiati non fanno che indicare sempre più pietosamente verso un tramonto funereo, inevitabile e irreversibile?Cosa si può dire se le verità vere ci appaiono sempre più numerose ed incerte, se il bianco non è altro che una macchia di sporco sul lucido nero?. Non c'è più niente di falso negli uomini di uno sciocco preconcetto, nè più sciocco di una finta severità; così canta Petronio. Lo sguaiato trionfatore, paladino di giustizie tutte personali, simbolo di novelle virtù inesplorate, si crogiola nel suo paradiso mercantile a dispetto di ogni liceità. Ma qual'è la vera verità? Se dietro ad ogni menzogna si cela un minimo di verità ecco che tutto l'impossibile si tramuta in possible. La giustizia è giusta ed uguale per tutti come è vero, ugualmente, che di fatto non lo è così come i tanti giudici e magistrati onesti, super partes e infaticabili protettori della neutralità della giustizia, sono assediati da schiere di corrottibili farisei della legge. E' vero che la politica è l'arte del gestire la cosa di tutti ma è anche vero che tutti (o quasi) sono in politica, anche i cialtroni che straparlano di ideali giusti e sacrosanti tanto splendenti quanto un sogno di cartapesta in uno studio di Cinecittà.La nota enigmatica però sta qui, tra le mura di casa. Pochi se ne rendono conto ma siamo segretamente accerchiati da scomode verità inconfessabili. Come tradizione vuole il Natale non è soltanto regali e mangime ma, ahimé, neanche soltanto una sacra ricorrenza. E' l'appuntamento familiare in cui dal semplice pour parler si giunge presto alla lite e al dissenso, al rancore e allo svelamento di disagi e confessioni troppo a lungo taciuti. Si sa a Natale un Vaffa è quasi un vezzoso obbligo... Ma non sempre l'enigma sta nel fatto che una volta all'anno scopri che il tuo familiare, di cui ti fidavi ciecamente per rigore, per moralità, per sentimenti, empatia e, perchè no, per simpatia ti va snocciolando un tortuoso discorso che svela la terribile realtà: è passato dall'altra parte del muro, di quel muro ben più alto, pesante, massiccio e desolato di quello che spezzava Berlino anni or sono. Guardi in faccia il tuo parente; gli vuoi bene, ma sei deluso soprattutto perchè sai di certo che non è stato comprato direttamente dal Premier per un voto in più. Eppure fa dei discorsi insensati come quelli dell'odiato e odioso ministro in primis. Che desolazione. Un altro Natale di merda. La tavola di naufrago si fa sempre più piccola e nel gelo natalizio si fa strada un refolo di Borea che ti gela anche il cuore. L'unico desiderio è che la pira di Lica bruci anche te. Dunque questa santa festa è in realtà una rappresentazione casalinga di un'agorà familiare, un piccolo foro in cui ogni familiare espone il suo pensiero con la retorica che gli è propria. Chi trama attraverso la satira; chi invece con crude parole, frutto di esperienza pragmatica, fa la tipica ramanzina del "saggio" ben sapendo di aver avuto quel famoso deretano che ad altri fu negato; facile per chi ha denti mangiar pane. C'è invece chi, rosso in volto (non si sa se è perchè alticcio e alterato) va snocciolando utopie che celano un senso malinconico di fallimento personale e alludono alla disperata ricerca di una pietas familiare che possa lenire quell'acuto dolore sordo e persistente. Torna alla mente l'Agamennone petroniano che risponde al giovane ed irrequieto Encolpio che, se i retori insegnassero cose differenti da ciò che gli allievi, le mode, ma soprattutto i genitori desiderosi di facile e subitanea carriera dei propri pargoli impongono, si ritroverebbero presto a parlar coi muri. Cosa resta dunque? Anche della nostra realtà quotidiana non resta che un petroniano mondo che va dissolvendosi in un desolato nulla ricoperto di leccornie che dovrebbero annunciarti serenità e benessere ma che si fermano nella trincea di un opulenta cena ricca di ricchi premi e cotillons. Ma cosa resta a tarda notte? Le solite fesserie da bar dell sport: se la sinistra si allea con Tizio o con Caio si potrebbe giungere ad un terzo polo... allora si che cadrebbe la testa di quell'idiota... Si, ma non eri tu che un'ora fa mi dicevi che se lo hanno votato è giusto che stia lì? Insomma sono alticcio io o sei scemo tu? Da che parte stai? A chi di noi è rimasto un briciolo di dignità? Dì la verità: ti ha comprato con qualche seducente promessa? NO! è che la sinistra... Ahi! ci risiamo... ricomincia tutto da capo. Bevi un sorso di limoncello ormai caldo, guardi il fuoco nel camino nella speranza di scaldarti il cuore. Ma poi guardi quei volti che pensavi familiari e ti rendi conto di non conoscerli affatto... guardi il regalino che ti hanno portato e i piatti vuoti in tavola. Qualcuno sparecchia, qualcun altro fa un caffè, qualcun altro ancora continua a docere ormai inascoltato sulle arti della politica. Qualcuno dorme sul divano "scapuzziando" con la testa ciondolante. La notte incalza implacabile e tu silenziosamente ti defili come un Encolpio avvizzito deluso per chi ti ha rubato quel vecchio mantello pretendendo di far credere al mondo che in realtà eri tu ad averglielo rubato. Nella notte gelata ripensi a tutto il giorno trascorso e la strada sembra che conduca sempre allo stesso angusto lupanare malgrado i tuoi sforzi di dirigerti in un altro luogo caldo e sicuro. Ogni domani scopri essere sempre più vicino ad un tramonto e ogni notte non nasconde un giorno ma è il giorno che interrompe un altra notte.Gli inganni non sono nemmeno più così ingannevoli e vedi che la rovina non è solo nella politica sordida e prostituita ma ad ogni angolo di strada, tra gli occchi della gente, tra i capelli dei bimbetti come tra le dita degli adolescenti. Tra il saluto del vicino al commentucolo della vecchiatta al mercatino. Auguri mondo, di un buon Natale! Salute a te o Petronio, maestro di severità e buon gusto! Potessi averti avuto accanto a me quando sfilavano primi ministri e parlamentari di questo asfissiante 2010. Sono sicuro che avresti riscritto tutto per filo e per segno in modo identico a quello dei tuoi giorni.Quello che so è che invece di atterrirmi mi confortano le parole dell'antico adagio: polvere sei e polvere ritornerai. Spero solo che tocchi prima a chi dico io...RC