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Camminare con Lui


Può esistere, nel Cristianesimo, una "scelta di vita" per la "solitudine"? No, assolutamente!
 Scegliere di stare "soli con Gesù", nel deserto, nell’eremo, nel profondo del proprio cuore, significa inequivocabilmente entrare sempre più profondamente in "compagnia" del Dio, che è Trinità; vivere la "comunione" del Corpo mistico di Cristo, "respirare" con tutta l’umanità, nella quale Cristo si è incarnato, e che gode della sua Provvidenza. Il nostro Dio non è solitudine. Chi cammina con lui non può camminare solo.
 L’uomo è stato creato eretto, perché gli sia più facile guardare in alto e attorno a sé. Guardando in alto, attinge la luce per vedere gli uomini come creature e figli di Dio. Guardando attorno a sé, divinamente illuminato, diventa più capace di solidarietà e di amore. "Beato chi trova in te la sua forza edecide nel suo cuore il santo viaggio. Passando per la valle del pianto, la cambia in una sorgente... Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio"
 Il discepolo di Gesù che, chiamato da lui, vive con radicalità la consacrazione battesimale e fa del Signore il suo "unico bene" nella consacrazione religiosa è l’uomo e la donna della "compagnia": nel deserto, nel chiostro, nel cuore solitario, parla continuamente a Dio dei fratelli. Agli uomini, che incontra sulle strade del mondo o nel silenzio, racconta le "meraviglie del Signore" e offre loro i doni della sua Provvidenza divina."Nessuno di noi vive per se stesso o muore per se stesso... perché se viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore".
 E vi ho costituiti perché andiate e portiate molto frutto e il vostro frutto rimanga". Il segreto è: "Rimanete in me, ed io in voi".