L' Unisono

Il divenire


 Ed è così strano rimaner se stessieppure essere così diversiimmobili in movimentoimplodere evolvendosicome se fossi ancora,un faggio o un grande nocenella mia sostanza, divenuto con la forza di volontà,una comoda sedia affinché TuTi possa accomodare su di me…O un solido tavolo intagliato,Utile e stabile sulle pesanti gambe, che se fossi stata magari  roccia,ancora nella mia essenza primordiale,ricca di preziosi mineralisaprei trasmutare in ferro,al solo Tuo ordinarmelo,così da farmi spada per difenderti,o divenire l’ascia che Tu impugniper forgiare da quell’unico albero,ogni cosa che Ti occorre,e ancora…così che se Tu mi toccassi,toccassi quel sasso grezzo e spigoloso,in un eterno brillare , le Tue mani d’alchimistami farebbero oro metallo prezioso che brilli solodel riflesso della Tua luce immensa…ma son solo faggio o noce,siedi su me, e riposaè il solo grande onoreal quale posso anelare …Tua