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Vortici di Te

Post n°34 pubblicato il 12 Giugno 2008 da apparteniamo
 
Tag: hanae

Sono sola nella stanza, mi aggiro inquieta.
So che Tu sei giù, nella hall, Ti sei seduto  sul divano dell’entrata e mi ha ordinato di andare in camera, nella stanza dell’albergo che hai prenotato per noi.
Sulla grande chiave leggo chiaramente il numero otto.
Sono arrivata da poco, ho parcheggiato la mia macchina, l’agitazione è sempre uguale , sempre la stessa , ogni volta che ci vediamo cado in uno stato di trance permeato di emozione e l’anima se ne sta li sospesa, in attesa di Te.
Quando sono scesa dall'auto, Tu te ne stavi li fermo, davanti all’entrata, la sigaretta tra le labbra, un sorriso mezzo accennato, compiaciuto di me, come sempre perfettamente puntuale.
Spaccando il secondo la Tua piccola schiava era al Tuo cospetto.
Mi porgi il braccio, io mi ci aggrappo come ad un ancora, estasiata di poter finalmente sentire la consistenza di Te , il Tuo contatto, l’odore familiare di tabacco e dopobarba, la Tua forza interiore,
Mi sovrasti, anche con i miei tacchi alti  torreggi su di me, appoggio la fronte brevemente sul Tuo petto, abbasso la testa e posi la Tua mano per un secondo sul mio capo chino.
Sono felice e nervosa, cinguetto parole inutili, come un piccolo uccellino.
Ora sono nella stanza mi chiedo che cosa accadrà, mi chiedo come mai mi hai fatto salire da sola.
Come sempre non un accenno, non un anticipazione, niente.
Guardo il letto, perfettamente rifatto, registro nella mente l’ordine irreale delle cose che vedo, nulla è fuori posto.
Appoggio la borsa su una sedia, lo spazio allora inizia a prendere forma, il primo segno di una presenza, la mia, inquina la perfezione dell’ambiente.
Ai piedi della sedia metto la tracolla, quella che sembra una borsa da pc, ma che dentro contiene tutt’altro: il mio foulard nero, le manette, la Tua frusta, le corde, ogni cosa ha il suo scomparto.
Mi chiedo cosa devo fare ora, resto in attesa, il mio cellulare  è sul como’ alla destra del letto, muto.
Mi siedo, aspetto, immobile, per paura di sgualcire le coperte, ascolto i rumori nel corridoio, sperando di sentire i Tuoi passi sopraggiungere ma sento solo chiacchiericcio dalla stanza a fianco, niente di più.
Tremo, come sempre, ormai lo so, questa sensazione mi accompagnerà per tutta la vita, l’emozione di Te mi riempie il corpo di queste vibrazioni incontrollabili.
Faccio scorrere la mano sul copriletto, sento qualcosa di strano, è una busta , bianca, candida, liscia.
La prendo e la rigiro, a chiare lettere, sul dorso, c’è scritto il mio nome: hanae.
Mi tremano le mani, guardo quella busta , marchiata con la Tua calligrafia, segni lievemente inclinati che compongono il nome che mi hai dato, l’unico che sento davvero mio, l’unico nome che pronunciato o scritto da Te si fa melodia e risuona nell’aria come un richiamo di uccello.
Sfilo il bastoncino che uso per tenere fermi i capelli sulla nuca e lo utilizzo come un tagliacarte, con dita incerte lo infilo sotto un lembo sollevato della busta e la apro lacerando la carta.
Un foglio ripiegato e vergato dalla Tua penna recita a chiare lettere:
 
Ciao piccola, questi sono i miei desideri per stanotte, fa in modo che tutto sia perfetto e andrà tutto bene, sii precisa e veloce, non esitare nemmeno un secondo, quando il Tuo telefono squillerà se tutto non sarà pronto sarà troppo tardi e io me ne andrò.
 
Ora,
Io desidero che tu lasci la porta della stanza socchiusa.
Io desidero che tu vada in bagno, accenda la luce e ti avvicini alla vasca.
Io desidero che tu ti sieda sul bordo e apra l’acqua, lasciala scorrere e ascoltane lo scroscio.
Io desidero che tu riempia la vasca con acqua tiepida, la temperatura deve essere perfetta, né troppo calda né troppo fredda.
Io desidero che mentre l’acqua scorre e riempie la vasca tu torni in camera, tolga i tuoi vestiti, le tue scarpe e la tua biancheria intima.
Io desidero che tu prenda le manette dalla tracolla, e le metta sul bordo della vasca.
Io desidero che tu metta le chiavi delle manette sullo specchiera del bagno, bene in vista.
Io desidero che tu torni di nuovo in camera, prenda il tuo foulard e vada ancora nella stanza da bagno.
Io desidero che tu ti bendi gli occhi come sei solita fare.
Io desidero ora che tu chiuda l’acqua della vasca da bagno e ti immerga in essa.
Io desidero che tu rimanga lì, in ginocchio nella vasca, ad attendermi.
Ogni mio desiderio è un’ ordine.
 
Mia.
 
Come se fossi telecomandata mi alzo, ripeto mentalmente ogni Tuo desiderio mentre i miei gesti si fanno sicuri e veloci, ho poco tempo ne sono certa.
Bagno, acqua, camera, vestiti, manette,chiavi, bagno, foulard, bagno, buio, acqua.
Il respiro si fa corto dall’eccitazione, istintivamente porto le mani dietro la schiena, chino la testa e resto in attesa.
Pochi secondi e sento la suoneria del mio cellulare, un solo squillo preannuncia il Tuo arrivo, sono pronta, ma lo sarò mai veramente mi chiedo?
Un martellare sordo nelle orecchie mi confonde, poi mi rendo conto che è solo il battito del mio cuore, un frullare frenetico, come ali d’uccello che sbattono impigliate in una rete.
Il tempo si dilata, mi pare di essere nell’acqua da ore, sono diventata parte di essa, liquida anche io, disciolta per Te , senza forma ne consistenza.
Inclino la testa, resto in ascolto.
Niente, silenzio, solo un  lieve sciabordio prodotto dal mio tremito e dall’alzarsi e abbassarsi del mio petto in piccoli respiri affrettati.
Quanto possono durare cinque minuti in attesa di Te? Una vita? Un’eternità?
Eppure sento il Tuo odore, ma non riesco nel buio a percepire la Tua presenza, confusa dal contatto con l’acqua e dai lievi suoni che essa produce.
E’ come se l’acqua facesse da isolante della percezione.
Se sei nella stanza non Ti ho sentito entrare, la moquette potrebbe aver attutito i Tuoi passi.
Se sei nella stanza non riesco a percepire il suono del Tuo calmo respiro.
Eppure il Tuo odore mi accarezza, ne sono certa.
Rumore metallico,all’improvviso.
Mi coglie di sorpresa,sussulto, in un rapido gesto mi blocchi le mani con le manette.
Un breve contatto, il dorso della Tua mano mi sfiora le labbra, mi struscio appena.
Come una gattina  strofino piano la mia guancia sulla Tua pelle calda, sollevata da quel contatto rassicurante.
La dolcezza di quel breve gesto si trasforma in impeto quando afferri i miei capelli e mi tiri indietro la testa, apro la bocca per accoglierti , so che è quello che devo fare, non ho alcun dubbio, mi riempi e finalmente posso saziare la mia fame di Te, posso sentire il Tuo sapore.
Ora l’acqua sei Tu, mi circondi, mi riempi ,mi avvolgi, mi sfiori, mi lambisci,  Ti insinui, dovunque,  non hai limiti , Ti infiltri in ogni dove , bagni ogni cosa.
Io sono sabbia e Tu sei il mare su di me, mi rimescoli, sei un onda profonda e incontenibile sulle sponde dei miei fianchi,  mi travolgi.
All’improvviso sei con me dentro la vasca e mi tieni la testa sott’acqua, la bocca piena di Te, non posso respirare, non ne ho bisogno.
Sento la Tua voce attutita che conta, 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,20,30.
Mi tiri fuori dall’acqua per i capelli, rantolo, cerco di prendere fiato, ma sono di nuovo sott’acqua e ricominci a contare.
Implacabile, mi riempi ancora e ancora di Te mentre mi tocchi sempre piu’ in profondità per capire dove sono io e dov’è acqua, per godere della mia estasi fradicia e annaspante.
La Tua voce scandisce i minuti, l’aria che riesco a respirare  dipende da Te, la mia vita dipende da Te e dalla fiducia che ho riposto nelle Tue mani.
1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,20,30,40 i tempi senza respiro si allungano sempre più in un gioco perverso e eccitante, la mancanza di ossigeno mi stordisce, la Tua ferocia mi spiazza, sono catapultata in un universo parallelo, in cui non ho bisogno di nulla se non di Te.
La Tua mano mi artiglia la schiena e mi spinge sott’acqua ancora e ancora, senza tregua,
La benda bagnata mi si appiccica al viso, le manette cozzano contro la vasca da bagno, ogni rumore è amplificato a mille dai miei sensi impazziti, dalla voglia che ho di Te.
Mi fai girare e mi prendi così,  in ginocchio nell’acqua.
Se possibile il mio respiro si fa ancora più corto nell’impetuosità e nella forza del Tuo mare.
Mi perdo in vortici di Te mentre esplodi e un tsunami mi travolge, annego in Te travolta,poi riemergo ansante.
Ti alzi in piedi all’improvviso, respiro profondamente, cercando di ritrovare il controllo, cercando di capire cosa stai facendo, sento che sei uscito dalla vasca.
Resto li immobile, al buio, nell’acqua ormai fredda.
Tremo ancor più di prima se possibile .
Ti avvicini, mi fai alzare , mi aiuti a uscire dalla vasca tendendomi per mano, mi fai inginocchiare davanti al bordo, prendi la chiave delle manette dallo specchio del bagno.
Mi liberi i polsi.
Mi avvolgi dolcemente nell’asciugamano.
Ti seguo docilmente  in camera, dove mi fai stendere nel letto, poi mi prendi tra le Tue braccia in un gesto di infinita dolcezza.
Due tazze di the caldo e fumante attendono sul comodino.

hanae

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