Apulia Cinema

Promised Land


Titolo originale: Promised LandPaese di produzione: USA, 2013Genere: DrammaticoDurata: 106'Regia: Gus van SantSceneggiatura: Matt Damon e John KasinskiInterpreti e personaggi: Matt Damon: Steve Butler; Frances McDormand: Sue Thomason e con: John Krasinski, Rosemarie DeWitt, Scorr MCNairyNel complesso e più che variegato panorama del cinema americano, il regista Gus van Sand mette in scena storie e soggetti alternativi (Paranoid Park, Elephant, Scoprendo Forrester, Milk). Sceneggiato da Matt Damon (che avrebbe dovuto anche dirigerlo ma per impegni precedenti ha scelto di convocare il regista) e John Kasinski, il suo ultimo film, Promised Land, affronta una piccola battaglia ambientalista che vede come soggetto-imputato il gas naturale.Steve Butler (Matt Damon), abile negoziatore della società Global, deve convincere gli abitanti agricoltori di una piccola cittadina a cede i diritti del loro terreno per sfruttare il suolo per l'estrazione di gas. Prospettando - agli onesti cittadini - dei generosi ricavi, profeticamente alle sue parole accompagna la frase "siamo una società da nove miliardi di dollari". Steve lavora in coppia con Sue Thomason (Frances McDormand); la loro tattica è collaudata: lui si lavora il marito con il discorso economico, lei aggira la moglie parlando di figli e del loro futuro, facendo leva sulle preoccupazioni materne (i soldi portati dalla Global permetteranno la costruzione di un liceo dove poter mandare suo figlio, evitando la discriminazione culturale alla quale inevitabilmente andrebbe incontro).Una classica ambientazione americana intorno a loro: locali che vendono armi e chitarre, bar, negozi, biciclette, boccali stratosferici di birra in pub piccoli e bui dove si riunisce l'intera città....ma c'è una crepa: Steve ricorda in continuazione le sue origini contadine; Sue si sofferma spesso sul suo amore materno (la videochiamata col figlio, le continue preoccupazioni per la partita di baseball). Qualcosa incomincia a vacillare. In una riunione cittadina le parole di un professore di scienze (che si scoprirà essere un luminare in pensione che insegna per passione) svelano un particolare: per la trivellazione si usano dei mega-trapani che bucano il terreno permettendo alle sostanze chimiche utilizzate di inquinare acqua e terra. Giunge Lucas, esponente della Athena, un' associazione ambientalista, a dimostrare ad adulti e bambini i rischi della fratturazione.Alla serafica convinzione di Lucas si oppongono il nervosismo e la frustrazione di Sue e Steve. Il dubbio è in loro, resta solo la necessità di cercare in qualsiasi maniera di dimostrare che le accuse mosse da Lucas sono false. Il finale è politicamente pesante, per dirla all'americana "politically correct", zeppo di buoni sentimenti ma allo stesso tempo forse poco incisivo.È un' opera di evidente impegno civile, ma lo stile ed il linguaggio a tratti non convincono: La scena del lavaggio del viso davanti allo specchio del protagonista che torna più volte in momenti salienti, per sottolineare il dubbio (ma è una scena stereotipata presente in tanto cinema americano); la ripresa su un'immagine di mucche morte e poi lo stacco immediato su un pascolo di tranquille mucche vive (il regista sembra urlare GUARDA QUESTE POVERINE CHE FINE FANNO!) e probabilmente quel colpo di scena in più che da una bella spinta alla sfiducia generazionale. Tanti episodi distaccati e ripetitivi, montati in maniera lenta e tradizionale, senza alcuno scatto narrativo. La storia è lineare, ma lo stile è confuso, dubbioso ed incerto.Isabella Di Bari