Apulia Cinema

Tagli al Fus e al Tax credit: tra appelli e lettere, gli effetti sul cinema Italiano


«L’Italia potrebbe essere un grande paese industriale. Ma fa costruire le auto a Detroit, fa cucire i vestiti in Cina, smantella la siderurgia e la chimica. E vuole che si smetta di produrre cinema. Tagliare il Fus e dimezzare il tax credit vuol dire che l'audiovisivo non serve a far crescere l’Italia. 2500 lavoratori sono a rischio licenziamento»: comincia così l’appello firmato da tutte le organizzazioni del settore.Ecco, invece, la lettera inviata al Presidente del Consiglio Enrico Letta da Silvio Maselli, a nome di tutte le Commission del cinema Italiane: «Desidero postarle questa semplice allarmata lettera di un produttore inglese, con il quale stiamo discutendo la possibilità di attrarre il suo film – un investimento superiore ai sette milioni di euro – in Puglia, a proposito di cosa significhi confermare, rilanciare e stabilizzare il tax credit. Come comprenderà, se non giungono da parte sua immediate rassicurazioni, l’Italia non perderà solo il proprio immaginario, la propria capacità creativa, ma soprattutto la sua credibilità internazionale. Per eleganza ometto di riportare qui, in sede pubblica, il nome del produttore. Ma se Lei, Onorevole Presidente del Consiglio, vorrà conoscerne le generalità, sarà un piacere fornirgliele riservatamente. Lascio a Lei ogni ulteriore capacità interpretativa».Segue la missiva ricevuta, e resa nota, dallo stesso direttore della Apulia Film Commission: «I am sure you are obviously all aware of yesterday’s ‘tax credit’ announcement by the new Italian prime minister, Enrico Letta. These are pretty shocking news, – in case this is indeed becoming a reality. Our team is wondering though, if this is a government measurement kicking in with immediate effect, or is this meant for the beginning of 2014 or by the end of 2014 …? Do you have any more precise information here? You can imagine this would have a huge effect on our project, and in case the tax credit is axed now we might indeed have to consider taking “***” to a different country. Something we so not want to do! But our investors are firmly sold on the tax credit benefit in Italy (or otherwise elsewhere for that matter). It’s part of the overall financing schedule … BTW, I had a great conversation with our friend ***, who only had the very best to say about you guys, and also says hello. Looking forward to hear back from you shortly, – hopefully with not too bad news».L'appello dice ancora: «Il taglio del tax credit e la sua scadenza a fine 2014 rendono impossibile progettare nuove produzioni, condannando il settore alla chiusura; vanifica l'effetto attrattivo nei confronti delle produzioni internazionali che stavano tornando a girare in Italia, ed invece preferiranno nuovamente Londra o Bucarest, con gravissimo danno per Cinecittà. I fondi necessari al reintegro ci sono. Sono le accise sui carburanti stabilite da un decreto di tre anni fa. Quelle accise non sono state cancellate quindi le coperture permangono. Il tax credit ha riportato nelle casse dello stato risorse infinitamente maggiori di quelle investite con la defiscalizzazione».«Chiediamo di ripristinare il tax credit sulla cifra minima di 90 milioni di euro; stabilizzarlo definitivamente e avviare un percorso immediato di rilancio del settore audiovisivo. In caso contrario saranno messe in campo forme di protesta che potranno arrivare al boicottaggio di ogni manifestazione pubblica del cinema italiano cominciando dal prossimo festival di Venezia». Si conclude, così, l’appello firmato dalle sigle: 100 Autori, Acec, Afic, Agis, Agpc, Aidac, Anac, Anec, Anem, Anica, Ape, Apil, Apt, Art, Asifa, Confindustria cultura Italia, Doc/It, Italian film commissions, Istituto giuridico dello spettacolo, Fice, Fidac, Fistel Cisl, Lara, Mediaset, Medusa Film, Nuovo Imaie, Rai, Sact, Sai, Slc Cgil, Sncci, Sngci, Uilcom Uil, Univideo.