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Un castello in Italia


Un Castello in Italia (Francia 2013, 104’)*Titolo originale: Un château en Italie; Regia: Valeria Bruni Tedeschi;Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Louis Garrel, Filippo Timi, Marisa Borini, Xavier Beauvois.Genere: Commedia (Teodora Film).Louise, quarantatrè anni, fa parte di una famiglia nobile ma decaduta. Spende la sua vita tra Parigi e Castagneto Po, in Piemonte, nel castello di famiglia, in compagnia del fratello malato di Aids e la madre, realista ma spesso preda delle nostalgie del passato. Incontra Nathan, un giovane attore in crisi: la vita di Louise si riaccende col giovane; lei si aggrappa alla loro relazione ma forza il rapport, costringendolo - ossessionata dal desiderio di avere un figlio - alla inseminazione artificiale. Perduto il fratello Ludovic, rotta la relazione con Nathan, vendute poco a poco tutte le proprietà di famiglia, Louise contempla fumando una parte della sua vita passata che se ne va. Dietro di lei, però, inaspettatamente, si apre un nuovo cammino. Valeria Bruni Tedeschi, con questo terzo lavoro dietro la macchina da presa (E’ piu’ facile per un cammello; Attrici) ripercorre la trama autobiografica della sua vita (lo stesso cognome dei personaggi, Rossi-Levi, è alter ego di Bruni-Tedeschi). L’attrice - regista delinea un passato difficile, incomprensibile a molti, aristocraticamente degradato. Per lei il lavoro filmico si prospetta come una seduta psicanalitica mancata, in cui emerge l’assenza di qualcosa di importante perduto inesorabilmente e per sempre. I personaggi che popolano la pellicola sono in totale disaccordo col mondo: la madre dell’attrice, Marisa Borini, assolutamente a suo agio nei panni di se stessa; Filippo Timi, che interpreta il fratello Virginio ricordato al termine della pellicola, perfetto nei panni del principino in declino del film. Louise, Valeria, donna single e singolare alla continua ricerca del senso stesso della vita, come i personaggi femminili ritratti dall’attrice. La Bruni Tedeschi aspira al dramma ed alla commedia, giustappone scene dolorose e scene più ironiche, intrise anche della brutalità e della sofferenza che solo la vita ci insegna.Il film, accolto positivamente a Cannes, parla, attraverso i tre personaggi, di tre mondi,  di tre autobiografie, di tre modi di versi di vedere la vita. I tre fanno da ingredienti a questa ricetta che ha come elemento principale la realtà: come ha detto l’attrice regista “la realtà è il materiale di base, abbiamo impiegato tre anni per scrivere il film, durante i quali lo abbiamo elaborato. Mi viene in mente il paragone con la cucina. Se cucino un dolce, metto tutti gli ingredienti e se poi mi chiedete dov'è la farina rispondo che non lo so, sta nel dolce. È la stessa cosa che succede quando si fa una sceneggiatura e un film”.Un film singolare, diverso, particolare, pieno di imprevisti: proprio come la vita, che scorre in un altalenarsi di momenti di gioia e momenti di dolore. La testarda decisione di vendere il quadro, la villa, di comprare un ventilatore in una stanza che no ne ha più bisogno, dove lui non c’è più, è la decisa risposta dell’attrice protagonista allo scacco che la vita vuol tendere. La Bruni Tedeschi /Rossi Levi non si scompone, nella sua aristocratica compostezza, nemmeno quando ha la gonna intrisa di sangue, neanche quando il sogno della sua vita, avere un figlio, si fa in mille pezzi. Si rifugia nel ricordo del fratello, nel castello della loro infanzia: annusa i suoi vestiti, si sdraia sul suo letto, balla con le sue scarpe.  Chiunque, quando perde qualcuno di caro, cerca disperatamente di ritrovarlo in un movimento, in un tessuto, in un profumo, tra le sue cose. Così nel reale, così nella finzione che rappresenta il reale.Nel film e nella vita di Louise /Valeria, dopo aver detto addio a tutto, abbandonato per sempre il passato, può incominciare, li dove tutto stava precipitando, una nuova esistenza.Isabella Di Bari* Film programmato in passato al Cinema Abc di Bari