Apulia Cinema

Azione/Reazione: la "difficile" conferenza di Angelo Ceglie


Deve aver pensato alle cose più complesse che ha fatto nella sua vita, Angelo Ceglie (nella foto), quando si presenta questa mattina nella saletta delle proiezioni del Cineporto di Bari. Sistema un grosso scatolone davanti a sé (del tipo votazioni per le “primarie”), fa distribuire dalla giornalista Francesca Limongelli alcuni libricini bianchi, sigillati nel cellophane, e si raccomanda di non aprirli, poi con Antonella Gaeta, che lo presentato, concorda che questa è la più difficile conferenza organizzata. I giornalisti presenti, avvezzi a ben altro, non danno particolare risalto a queste espressioni, ma non si azzardano ad aprire i fascicoli bianchi. Possono leggere l’altro libretto, tutto nero, peraltro, dal titolo «Chi ha paura del documentario?» e, però, nemmeno questo fa tanta impressione. Comunque nessuno spegne le luci in sala. Non si sa mai.Quando scorrono le immagini sullo schermo, la presidente di Apulia film commission rompe il ghiaccio: «Spiego in un precario inglese che cosa è un Circuito D’Autore agli ospiti stranieri, che alla fine mi guardano e mi chiedono: “Really? Veramente? Avete un gruppo di sale che protegge il cinema d’autore e che accompagna li spettatori in questa esperienza?” Questa è una soddisfazione per il nostro lavoro».Il direttore artistico del Circuito, Angelo Ceglie, che nel frattempo ha pensato alla sua esperienza al Kursaal Santalucia, ai film horror in lingua tedesca, con angeli e diavoli, ed al repertorio di simili amenità che turbano a volte i sogni degli appassionati di cinema, assume un atteggiamento bonario ed esordisce: «D’Autore non è un eventificio, ma una struttura che agisce quotidianamente per portare avanti anche progetti complessi, come quello di oggi, che si chiama Azione /Reazione».Ricorda che ha passato le Vacanze intelligenti nel vicino Cinema Abc e, forse, lì è nata l’idea di portare lo spettatore al centro dello spettacolo cinematografico, per poter riflettere sul rapporto tra il cinema e l’arte. E dunque a Santo Spirito, luogo di nascita di Domenico Procacci, nella sala «Il Piccolo», già domani (ecco l’effetto sorpresa: domani pomeriggio) l’iniziativa parte, con due film a sera e, nell’intervallo tra le due proiezioni, sarà lui stesso a consegnare i fascicoli bianchi a tutti i convenuti ed a spiegare che ci sono rapporti tra i due film della singola serata (di due epoche diverse, si parte dal 1942 con Casablanca, ma si arriva anche al 2010 con Blue Valentine) e con tutte le sette serate del programma. Come in Sette spose per sette fratelli. Ma anche i rapporti tra l’azione del cinema e la reazione dello spettatore, tra le foto del fascicolo e le frasi celebri pubblicate all’interno.Cosa questa che ora i presenti finalmente possono toccare con mano, aprire la cellophanatura, sfogliare le pagine, ammirare le fotografie (nientemeno che di Roger Ballen), allargare le ante, disquisire sul buon lavoro di cartotecnica. Sarà carta pergamena, o schedografica. Quante copie? Quanto costano? Viene un giovanotto della agenzia di comunicazione “FF.33.00” a rispondere a queste domande. E chiarisce che, subito dopo, in tutte le altre sale del circuito si programmerà l’intera rassegna, ma saranno gli esercenti a spiegare al pubblico come funziona, con tanto di concorso per le schede da imbustare e introdurre nell’urna di cartone.Chi entra nel cinema, va a sedersi: ora ha da pensare anche a tutte queste cose. Ma è tutto compreso nel prezzo biglietto, anche il libretto bianco. «Vediamo come va, poi si penserà a sviluppare il progetto»….Adriano Silvestri