Apulia Cinema

I calendari di Vitto’ Palone: tanti numeri e anche un film


Quando, a fine anno 1992, Vitto’ (Vittorio) Palone completa il "suo" calendario per l’anno successivo, il cinema a Bari è ancora una attività di nicchia (dopo i quattro film girati nel primo dopoguerra, solo altri quattro ambientati negli anni ‘80), ma il lungimirante iimprenditore grafico di Artena, trapiantato nella città, intravede nel cinema un importante legame con il territorio.E le immagini dei protagonisti del cinema mondiale fanno da didascalia alla vita di Bari: lo ricorda Enzo Tempesta al folto pubblico accorso nella sala consigliare del Comune, tra cui gli attori Vito Signorile, Tiziana Schiavarelli, Dante Marmone, e spiega come è nato l’accostamento tra la città e il cinema. «Con una tecnica all’epoca innovativa (che utilizza il primo sistema di elaborazione digitale di immagini) il grafico costruisce dei fotomontaggi, uno per ciascuna pagina del calendario 1993: seleziona i fotogrammi di celebri pellicole e sottrae agli stessi l’ambientazione, lascia soltanto i protagonisti; poi realizza appositamente nuove fotografie con soggetti locali, con la stessa prospettiva e, infine, sostituisce questi a quelli del film originale». Il calendario narra, così, la storia del cinema passato e  scrive in anticipo la storia del cinema che verrà. Ne nasce un effetto particolare, quasi beneagurante per la nascente industria cinematografica della Puglia. Scorrono sullo schermo questi fotomontaggi e le immagini di tutti questi calendari, in un intenso filmato della durata di otto minuti, con centinaia di foto, disegni, ricordi di una città e di un territorio, pensate, viste, ritratte, riprodotte con perizia, anche se lo schermo (a sviluppo orizzontale) non restituisce tutta la bellezza di calendari, per natura ad impaginazione verticale.Queste note seguono alle parole di Geppi De Liso, che ricorda tutti gli altri (14) calendari realizzati e li ambienta nel periodo in cui i maestri della grafica e della piccola editoria erano i fratelli Guido e Aldo Marangio, Enzo Ceglie; era andato già via Mimmo Castellano. E in questi studi facevano esperienza grafici e pubblicitari che sarebbero diventati famosi...L’intervento di Giorgio Otranto («aprendosi ai grandi filoni culturali, la baresità può fare di Bari una grande città») precede quello dell’erede di questa tradizione, Carla Palone, editrice del Gelsorosso («Nella mia bottega lavoro in silenzio; ho fatto l’accademia di belle arti e perciò ho voluto per il calendario 2014 (nella foto) la collaborazione di ragazzi e docenti di questo istituto»). Per ricordare Vittorio, scomparso nel 2006. E tra tanti numeri, di cui i calendari inevitabilmente sono pieni, chiudiamo con il numero 38, civico di ingresso della "Fotolito 38".Adr.S.