Apulia Cinema

Successo a Bari per il primo incontro con il cinema di Cecilia Mangini


«Cecilia Mangini è la madre del documentario in Italia»: con queste parole Angela Bianca Saponari apre a Bari il ciclo di incontri, riservati alla regista pugliese; sottolinea l’effetto che il cinema del reale ha sullo spettatore; e descrive l’importanza che il documentario riveste negli ultimi anni, determinato dall’aumento in quantità e in qualità delle produzioni, sostenuto dalle trasmissioni in tv e dai premi ai festival e confermato dal successo di pubblico di alcuni titoli.Scorre la vicenda umana e professionale della filmaker di Mola di Bari, con i suoi viaggi a Firenze e il trasferimento a Roma nel 1952, la quale è incentrata «sull’incontro con molti intellettuali, che scrivevano i testi per il cinema, in particolare Vasco Pratolini e Pier Paolo Pasolini. Il cinema documentario colma il vuoto lasciato dal neorealismo e ne raccoglie le istanze per indagare la realtà: questa deviazione coincide con lo sviluppo di nuovi linguaggi, in contemporanea alla nascita della televisione, che arriva direttamente al pubblico».La docente di storia del cinema Italiano inquadra la lunga esperienza di Cecilia Mangini e la divide in tre stagioni: la prima indaga sulle periferie e sugli aspetti marginali ed etnografici della società, sulla base della lezione del cinema sovietico; la seconda descrive il processo di industrializzazione del sud negli anni del boom e l’impatto sulla sua terra, sulla vita degli uomini e sui rapporti con le donne; l‘ultima è una fase storica e politica con la ricerca attenta di materiali d’archivio in Francia.Angelo Amoroso d’Aragona ricorda alcuni episodi significativi e si sofferma sul film diretto sul Gargano da Jules Dassin, il regista scappato dall’America durante il Maccartismo, con la Mangini (“un monumento di una tradizione”) nel ruolo di aiutante regista. Insieme effettuano i sopralluoghi delle location a Carpino, Rodi Garganico, Peschici, Manacore, San Menaio, fanno i provini, impostano in modo nuovo la lavorazione  del film La Legge (La Loi, Francia 1958, 126’, nella foto). Il cast internazionale  (Mastroianni, Lollobrigida, Montand, Brasseur, Mercouri, eccetera) porta il lungometraggio negli Usa, nel Regno unito, in Jugoslavia, in Spagna, oltre che in Francia.Scorrono le immagini della Firenze di Pratolini, della Brindisi anni ’60 e la serata si conclude con i colori delle periferie di Roma ne La canta delle marane. Da rilevare il folto pubblico accorso alla Mediateca (sala proiezioni piena), a conferma che i film del passato rivivono con successo negli occhi degli spettatori baresi. Prossimo incontro lunedì 10.Adr. S.