Apulia Cinema

Una serata a Bari con il Campione Michele Piccirillo e le immagini dei suoi incontri


È l’uomo che tutte le ragazze sognano e vorrebbero come marito: affascinante, serio, misterioso, lavoratore, preciso, amante dei bambini, instancabile, pronto a sacrificarsi, sportivo e, soprattutto, che dà sicurezza. L’identikit - come per incanto - si fa in carne ed ossa e si materializza nella saletta della Mediateca di Bari nel pomeriggio del 14 marzo. Ha il volto e la voce (e la forza) di Michele Piccirillo e lo presenta con una certa emozione Claudia Attimonelli (nella foto), che afferma: «Il pubblico femminile difficilmente si interessa di un pugile, che appartiene a un mondo poco conosciuto dalle donne» ed introduce la proiezione delle immagini al (folto) pubblico di tutte le età, comprese molte signore: «Raffigurano e ricordano momenti di gloria, mettono in luce tutti gli aspetti della vita, gli elementi del tifo, della vittoria, ma anche della sconfitta».E scorrono le sequenze di match importanti, che hanno segnato la storia dello sport, preparate con grande maestria da Vito Antonacci, e da una equipe coordinata da Giovanni D’Aloia, con una colonna sonora che scandisce i momenti più importanti della carriera: le riprese prescelte tra quelle di Eurosport e Italia 1, girate nel palazzetto di Bergamo, nella piazza Prefettura di Bari, in altri luoghi mitici della boxe.Mi siedo accanto al campione e ascolto il suo commento, mentre guardiamo i video: «È una bella soddisfazione rivedere gli incontri più difficili, i momenti della vittoria, che coronano tutto il lavoro che si è fatto e tutti quelli che hanno collaborato». Gli chiedo se ha visto qualche film sul pugilato. Non ha visto Rocco e i suoi fratelli, ma ricorda il pugile ed attore Enzo Fiermonte, che aveva una piccola parte in quella pellicola, ed ha ancora negli occhi l’immagine di quando da bambino, frequentava la famosa palestra Portoghese di Giovinazzo e un poster di questo mitico personaggio barese era affisso al muro, quasi a sorvegliare i piccoli che imparavano con sacrificio l’arte di questo sport. Ma il suo papà lo aveva iscritto perché doveva dimagrire e lui, invece, si era appassionato e, da allora, si allena ogni giorno. Al mattino corsa e atletica; pomeriggio con seduta tecnica indoor. Fino al 2009. Poi compra un locale ed apre un bar nella sua città, Modugno.A questo punto della bella ed intensa serata, scandita da applausi a scena aperta, Angelo Amoroso d’Aragona tira fuori dal suo archivio personale il girato di un film che vorrebbe realizzare, dedicato proprio a Piccirillo. Le definisce «riprese grezze», ma danno una cornice concreta e sofferta di questo sport: la tenda issata accanto al ring a Catania, la cerimonia della vestizione delle mani con i bendaggi, gli incontri in tante parti del mondo. E ricorda il soprannome affibbiato dai suoi amici: «The Gentleman». Anche questo non sfugge alle donne, tra autografi, foto ricordo e brindisi finale.Adriano Silvestri