Apulia Cinema

Giuliano Montaldo: quando Gian Maria Volontè al telefono si fingeva Berlusconi


Giuliano Montaldo, un pezzo d’uomo che porta bene i suoi anni, elegante in giacca blu, arriva in anticipo nella sala all’ultimo piano del Multicinema Galleria dove è appena terminata la proiezione di Giordano Bruno (suo film del 1973 anche per contributi al soggetto ed alla sceneggiatura): «Dov’è Maria Pia?» chiede. Ora viene, si accomodi. «Preferisco passeggiare»; esce dalla sala, trova Maria Pia Fusco ed anche sua moglie Vera. Finalmente prende posto: «Sapete che io da tre settimane ho ricevuto la cittadinanza onoraria di Torremaggiore, il paese di Nicola Sacco?. Sono felice di stare in casa». Arriva Felice Laudadio. Si incomincia con una domanda: «Che aiuto ha dato la chiesa per realizzare il film?». Montaldo (nella foto) risponde a gesti, come per dire: «Ma che stai dicendo?», poi si rivolge al pubblico con disinvoltura e dichiara: «Il problema vero è stato quello di trovare il produttore. Dopo un anno di corteggiamento, ho convinto Ponti». e poi: «Giravamo alle Cappelle Medicee a Firenze durante la Settimana Santa. Gian Maria Volontè portava ogni giorno personaggi cileni, sfuggiti al dramma di quel Paese; uno di questi lo vestono da Cardinale; sale le scale il Venerdì Santo e le suore gli vanno incontro, impartisce la benedizione e si fa baciare l’anello dai fedeli. Qualcuno si accorge che è un finto Cardinale e succede il finimondo. A rischio di far saltare le riprese del film».L’argomento del festival resta Gian Maria Volontè: «Lui mi faceva scherzi telefonici terribili: una volta si è finto Berlusconi: “Senta, Lei dovrebbe fare un film con me; un film… anticomunista…”». Laudadio sorride, gli offre un bicchiere d’acqua, forse anche per fermare il suo continuo dire, lo interrompe e ricorda quando l’attore si recò nella libreria Feltrinelli di Roma a comprare i libri su Artur Schnitzler, quando doveva preparare la regia teatrale di un testo dello scrittore austriaco: «Comprò 100 libri sulla base di una bibliografia che aveva lui stesso preparato. Il lavoro di ricerca lo faceva con grande serietà». Dalla prima fila la figlia di Gianmaria, Giovanna Gravina, annuisce e sorride.Adr.S.