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Hugo Cabret: omaggio di Martin Scorsese al Cinema di Georges Méliès


La televisione Italiana sceglie il Lunedì dell’Angelo per trasmettere su Rai3 il film  Hugo (titolo Italiano: Hugo Cabret, Usa 2011, 126’) di Martin Scorsese, sceneggiato da John Logan, e tratto dal romanzo The Invention of Hugo Cabret di Brian Selznick, nel quale solo alcune scene sono descritte come in un normale libro, e altre sono raffigurate mediante disegni. Presentato al Festival Internazionale del Film di Roma, è uscito nelle sale italiane il 3 febbraio 2012.Protagonisti sono i piccoli Asa Butterfield, che interpreta Hugo, doppiato da Andrea Di Maggio, e Chloë Grace Moretz, nel ruolo di Isabelle. Ma il vero protagonista è il Cinema e la sua storia, come testimoniano i cinque Oscar nel 2012: per la scenografia ai nostri Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo; la fotografia a Robert Richardson; il sonoro  a Tom Fleischman e John Midgley, il montaggio sonoro a Philip Stockton e Eugene Gearty e gli effetti speciali a Robert Legato, Joss Williams, Ben Grossmann e Alex Henning. Il film è un omaggio a Georges Méliès, uno dei Padri del cinema, a cui si deve l'invenzione del cinema fantastico; l'introduzione del montaggio e degli effetti speciali: sostituzione ed esposizione multipla, la dissolvenza e anche il colore, dipinto a mano sulla pellicola.Parigi Anni ‘30: il piccolo orfano Hugo vive nella stazione di Montparnasse. Conserva un automa meccanico non più funzionante, trovato da suo padre nel museo e capace di scrivere e prova a ripararlo. Ruba gli ingranaggi da un chiosco di giocattoli gestito da un vecchio, che si scoprirà essere il famoso Méliès. Con l'aiuto di Isabelle, figlioccia dello stesso Melies, scopre alcune vicende, perché l'automa disegna un'immagine del suo film Le voyage dans la Lune (Viaggio sulla Luna, 1902), poi da una scatola vengono fuori i disegni di altre famose pellicole. Questi ricordi coinvolgono Georges Méliès, che crede di essere dimenticato e che tutti immaginano sia morto. Hugo trova un libro su Méliès e ne invita l’autore, René Tabard, a incontrarlo. A questo punto Méliès racconta la propria storia: attrezza un grande teatro di posa, illuminato grazie al tetto di vetro e crea la Star Film, ma la casa fallisce e muore il suo operatore, padre di Isabelle. Méliès vende tutto e compra il chiosco, ma alla fine adotta Hugo e lo fa diventare un illusionista, che costruisce un automa in grado di scrivere e disegnare la sua storia.Ma il film Hugo è soprattutto un corso accellerato di Storia del Cinema, con citazioni ed omaggi ad altre pellicole dello stesso Georges Méliès: Illusions fantasmagoriques (1898), Le Mélomane (1903) e Les 400 farces du diable (1906). Ma vengono citati, in una ideale cronologia, anche L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat (L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat, dei fratelli Lumière, 1896), con gli spettatori che fuggono via dal cinema in quanto pensano di essere investiti dal treno; The Great Train Robbery (Assalto al treno, 1903 di Edwin S. Porter); Intolerance (1916, di David Wark Griffith), Das Cabinet des Dr. Caligari (Il gabinetto del dottor Caligari, 1920 di Robert Wiene), nella scena in cui i due protagonisti consultano il libro nella biblioteca; The Kid (Il monello, 1921 di Charlie Chaplin); la scena dell'orologio, alle cui lancette si aggrappa Harold Lloyd, in Safety Last (Preferisco l'ascensore, 1923), alla cui proiezione assistono i piccoli Asa Butterfield e Chloë Grace Moretz, e – infine - The Thief of Bagdad (Il ladro di Bagdad, 1924 di Raoul Walsh).Vengono inserite nel film le locandine di altre famose e storiche pellicole: A Dog's Life (Vita da cani, 1918 di Charlie Chaplin); il serial Fantômas (1920, di Edward Sedgwick); il cortometraggio Why Men Work (Perché gli uomini lavorano?, 1924, di Leo McCarey); i film The General (Come vinsi la guerra, 1926) e The Cameraman (1928), entrambi di Buster Keaton e, per chiudere, il più recente Zéro de conduite (Zero in condotta, 1933 di Jean Vigo).Adr.S.Share video (2’25”) nel Sito ufficiale: http://www.hugomovie.com/#home