Apulia Cinema

Francesca Staasch, tra web e film


Chi l’ha detto che il web per una minorenne rappresenta solo una fonte di pericolo? Può una ragazzina, tramite internet, ottenere una soddisfazione dei suoi desideri di cultura? La risposta la fornisce - con il sorriso - una giovane regista romana nel suo viaggio a Bari. E racconta il primo incontro con la sedicenne barese, di nome Irene Gianeselli, che si fa accompagnare a Roma dalla mamma, al fine di conoscere di persona la cineasta che ha “incontrato” solo virtualmente, scaricando lecitamente un suo film. E alla fine la intraprendente minore riesce a portare a Bari sia la regista che il film.L’opera cinematografica (Happy Days Motel, Italia 2014, 96’, vedi) è girata tutta in Sardegna; la regista, 41 anni portati benissimo, esperienza internazionale, solida formazione britannica, accento fortemente romanesco, entra subito in empatia con il pubblico, anche perché dichiara un cognome profondamente legato ai dialetti pugliesi: Staasch. Ma il contatto virtuale non è bastevole a riempire del tutto la saletta della Mediateca e ci si accorge che, come si è passati dal rapporto via web all’incontro di persona, così è indispensabile una promotion reale dell’evento: non bastano Facebook o il blog del sottoscritto a dare il risalto che merita questo incontro.E, sempre a proposito di web, lo stesso film è importante per la sperimentazione totale, utilizzata in fase di lavorazione e soprattutto di distribuzione. Non va nelle sale e - ciò - non perché il produttore abbia girato a vuoto tra i distributori di pellicole, ma per una libera e meditata scelta. Si tratta di una produzione specifica per la rete web, costruita per Rai Cinema: «L’idea era che non dovesse andare in sala, come tutti quelli che la Rai ha presentato nella maniera di fruizione per Web Movies. Il film da internet porta a un contatto immediato con la regia. E consente una riduzione nei costi di lavorazione, soprattutto sul cast, che non necessita di nomi di richiamo per la locandina.»Peraltro, dichiara Francesca Staasch, «Più si va su temi particolari, più è difficile la distribuzione; specie per un’opera prima» (è il suo caso). Angelo Amoroso d’Aragona fa gli onori di casa e coordina un dibattito, che è approfondito prima e ancora dopo la proiezione. Con molta sincerità (e pazienza) la filmaker risponde a tutti, spiega tutto nei particolari e si ferma solo quando è tardi e – come nelle barzellette sui Carabinieri – c’è qualcuno a cui potrebbe dire «A Lei la spiego dopo…»Adriano Silvestri