Apulia Cinema

Raffaele Armenise, da Bari a Capodimonte, da Milano al Teatro Petruzzelli


Sono passati oggi esattamente novanta anni da quando, il 12 Gennaio 1925, morì per infarto a Malgrate - presso Lecco - Raffaele Armenise. La Gazzetta di Puglia scrisse il giorno seguente: «Aveva 73 anni, ma conservava ancora intatto il suo spirito giovanile e battagliero. I suoi quadri furono accolti in tutte le più grandi esposizioni e restano nelle gallerie e nelle pinacoteche ad attestare la genialità del suo temperamento artistico.»Non risultano particolari celebrazioni per l’anniversario a Bari, che gli ha finora solo dedicato una stradina a Carrassi, eppure la figura di questo pittore barese, ricordato anche nell’Enciclopedia Treccani, è legata a doppio filo alla storia dell’arte ed anche dello spettacolo della Città, ove era nato.Vinse una borsa di studio, istituita dalla Provincia di Bari, con la quale affrontò i primi studi a Napoli, ove aprì bottega a Capodimonte. All’età di 29 anni si sposò e si stabilì a Milano: si dedicò all’incisione artistica su rame, realizzò oleografie, litografie e disegni per illustrare varie pubblicazioni: in particolare collaborò per vari anni alla Illustrazione Italiana. Fece costruire una grandiosa villa presso Lecco, ove abitò con la famiglia. Nella Pinacoteca Provinciale di Bari saranno conservati trentatrè sue opere, tra ritratti, tele, disegni e schizzi.Quando fu chiamato per dipingere il telone del sipario del Politeama Petruzzelli e ricevette l’incarico di decorare con affreschi la cupola della platea, decise di dividerla nei segmenti: il Torneo Medievale, la Corrida, il Circo e il Carro di Tespi e potè esprimere la propria arte anche nel foyer e nel sovrastante locale, adibito a salone delle feste del Circolo Unione, con la collaborazione dell’artista napoletano Giuseppe Aprèa.Il telone del nuovo grande teatro (nella Foto) raffigura l’ingresso del Doge Pietro II Orseolo, che libera - con la flotta Veneziana e con l’aiuto dell’esercito di Bisanzio - la Città dall’assedio da parte delle navi dei saraceni, durato da maggio a ottobre dell’anno 1002.Nel foyer realizzò poi l’affresco che rappresenta la musica, il ballo e la poesia e l’edificio fu inaugurato il 14 Febbraio 1903, ma Armenise non poteva immaginare che sarebbe stato incendiato e che i suoi lavori sarebbero andati in gran parte perduti. Per fortuna resteranno molte immagini cinematografiche: in particolare nel 1958 viene documentata la rappresentazione della Carmen da parte dell’Istituto Luce nel Cinegiornale.E l'artista barese nemmeno poteva immaginare che illustri registi avrebbero ambientato all’interno del Politeama film che avrebbero portato in tutto il mondo le opere della sua arte. Si ricorda Polvere di Stelle (Italia 1973, 123/ 145’) di e con Alberto Sordi; nel 1986 è la volta del film The Dancers (titolo Italiano: Giselle; Usa 1987, 99’) di Herbert Ross, con Michail Baryšnikov ed Alessandra Ferri e - infine - nel 1987 Il giovane Toscanini (Italia/ Usa 1988, 109’) di Franco Zeffirelli con Elizabeth Taylor e C. Thomas Howell. Certo pensava che grandi attori si sarebbero esibiti sul palcoscenico, quando si sarebbe alzato il sipario decorato da lui stesso. Non poteva – ovviamente - conoscere Totò o Jerry Lewis, che pure offrirono i loro spettacoli al pubblico barese. Ma anche la televisione avrebbe ripreso eventi, concerti, rassegne, festival (dalla Caravella dei Successi ad Azzurro, fino al Bif&st).Piace chiudere queste note con uno spettacolo particolare: il 27 Febbraio dello scorso anno Toni Servillo cura la regia de Le Voci di dentro e fa giusto in tempo a partire da Bari per l’America. E poi sale su un altro palco, più prestigioso, a Los Angeles, per accompagnare Paolo Sorrentino e Nicola Giuliano, produttore de La Grande Bellezza, a ritirare la statuetta per l’Oscar al miglior film straniero. Adriano Silvestri