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Unesco World Radio Day: On Air. La Radio tra passato e futuro


Il 13 Febbraio 1946 va in onda per la prima volta una trasmissione della Radio dell’Onu. Lo speaker pronuncia con solennità le parole: «Questa è la Radio delle Nazioni Unite, che si rivolge a tutti i Popoli del mondo.» La guerra è finita e la radio lancia un segnale di pace. Anche in Italia, patria di Guglielmo Marconi, che la radio la aveva inventata e che a Bari già nel 1904 aveva fatto i primi esperimenti. E proprio la parola italiana Radio diviene di uso internazionale.La radio in Italia nasce il 6 Ottobre 1924 a Roma, con la Uri Unione Radiofonica Italiana: alle ore 21:00 va in onda un concerto che inaugura le trasmissioni regolari, ma la sua prima stazione radio era stata costituita qualche tempo prima a Torino dalla famiglia Pittalunga. Nel 1927 si trasforma in Eiar, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche. Il regime dà impulso alla radio e la egemonizza: crescono gli abbonati e nel 1930 se ne contano oltre centomila in Italia, di cui settemila in Puglia. Il 12 Febbraio 1931 il Papa Pio XI da’ il via alle trasmissioni della Radio Vaticana, progettata da Marconi al fine di diffondere la parola di Dio. Il 6 Settembre 1932 viene inaugurata a Bari la prima sede dell’Eiar: Radio Bari in via Putignani 247. Realizza e trasmette anche programmi per i bambini e manda in onda dagli studi allestiti nella Fiera del Levante i primi programmi con l’annunciatrice di Napoli Dama Rosa. Seguono presto trasmissioni in lingua albanese, araba e greca, ma i risultati non appaiono brillanti a causa di errori di pronuncia. Nel 1937 viene lanciato l’economico apparecchio Radio Balilla, pietra miliare nella storia della diffusione della radiofonia popolare, mentre muore a Roma Marconi. Con l’inizio della guerra la radio ed il cinema parlato segnano un passo verso un grande mutamento dei mezzi di comunicazione ed un definitivo passaggio generazionale, e la radio raggiunge 1.375mila abbonati. Nel 1943 la radio è un segno tangibile della libertà riconquistata dai cittadini. Radio Bari svolge un importante ruolo nei giorni dell'Armistizio quale prima emittente dell'Italia libera. Il 9 Settembre i tedeschi provano a minarne gli impianti nelle campagne tra Carbonara e Ceglie, da cui trasmette sulla lunghezza d'onda di 283 metri. I cittadini difendono gli impianti e una nuova antenna viene montata nel recinto fieristico, mentre occupano gli studi Giuseppe Bartolo e Michele Cifarelli, e poi anche Anton Giulio Majano e il poeta armeno Hrand Nazariantz. Radio Bari è l'unico mezzo di diffusione delle informazioni del Paese, trasmette il programma L'Italia combatte e un giornale radio. L’emittente trasmette in data 11 Settembre il primo messaggio di Vittorio Emanuele III dopo la fuga da Roma. Ma l'organizzazione ed il controllo della radio è disposto da un servizio speciale dell'esercito occupante, il Pwb, Psycological Warfare Branch, diretto dal comandante Jan Greenless, che condiziona le notizie con le informazioni delle agenzie anglo americane.Nel 1944, la sera del 28 Gennaio, la scrittrice Alba De Cèspedes, dagli studi di Radio Bari trasmette con emozione le prime notizie sul Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale. Poi, in Ottobre, l’Eiar cambia ancora nome e nasce la Rai Radio Audizioni Italia. Radio Bari avvia a Settembre 1947 il nuovo programma La Caravella, con scenette dialettali di Lorenzo Lastilla, Vito Maurogiovanni e Giovanni Casieri. Il 29 Gennaio 1951 Amilcare Rambaldi organizza il primo Festival di Sanremo nel salone delle feste del Casinò: presenta Nunzio Filogamo ed interviene la radio Rai. Nel 1952 il Governo rinnova la concessione e mantiene il monopolio statale della radiofonia, mentre la Rai - nel 1954 - diventa Radiotelevisione Italiana e la tv entra nelle case con la sua prima partita di calcio. I tempi cambiano e il primo Maggio 1955 per la Festa del Lavoro, la radio divulga le parole del sindacalista Giuseppe Di Vittorio. In data 11 Marzo 1959 la Rai inaugura a Bari la nuova sede di Via Dalmazia.Spezzano il monopolio le cosiddette radio pirata: il 25 Marzo 1970 le autorità postali in Sicilia chiudono la prima radio libera d’Italia, diretta da Danilo Dolci. Solo nel 1975 nascono in tutta Italia le radio libere: il 10 Marzo apre Radio Milano International con Claudio Cecchetto. La prima radio privata che sorge in Puglia (la sesta d’Italia e prima del sud) è, in Agosto, Radio Bari Uno con Gino Barsanti, Carmela Vincenti, Giuseppe Garibaldi, Erio Fumai, Cirici ed altri. Viene chiusa dalle autorità, ma presto riprende le emissioni dagli studi di via Bozzi 35, sulla frequenza di 102 Mhz con un trasmettitore usato recuperato dai residuati bellici a Parma, dove era nata la seconda emittente privata italiana. Poi nasce Bari Canale 100 con Emilio Laricchia e L’Altra Radio ad opera di un gruppo di sedicenni tra cui Belviso. A febbraio 1976 trasmettono 206 radio locali. Il 26 Febbraio nasce a Bisceglie Radio Indipendente. Alla fine dell’anno le radio in Puglia hanno sede anche a Monopoli (Radio Antenna Monopoli), Molfetta, Barletta, Andria, Cerignola, Manfredonia, Foggia, San Severo, Taranto, Brindisi, Lecce e Gallipoli. A Novembre nasce Radionorba a Conversano, ma presto sospende le trasmissioni, perché il gruppo si concentra sulla tv e, nel frattempo, studia una dimensione più ampia per il lancio della radio, che riapre il 29 Ottobre 1984, con Antonella Caramia. Collaborano personaggi, che poi si collocano in emittenti a livello Nazionale: Antonio Gerardi, Rosaria Renna, Fernando Proce, Alan Palmieri, Savino Zaba, Sabrina Merolla, Simone Maggio, Sara Calogiuri, Max Del Buono ed anche Pio e Amedeo. Tantissime radio nascono e restano operative, spesso con grandi sacrifici, in quasi tutti i Paesi della Puglia. Le radio operanti nel 1995 solo a Bari e provincia sono oltre cento. Il sovraffollamento dell’etere crea competitività e aumenta la necessità di risorse finanziarie. Il Ministero delle Poste nel 1984 censisce 4204 radio.E ritorniamo alle Nazioni Unite che, durante la Conferenza generale dell’’Unesco, riunita a Parigi nel 2011, decidono di istituire una Giornata Mondiale dedicata alla Radio e scelgono proprio la data del 13 Febbraio. L’evento Unesco World Radio Day sottolinea il ruolo di mezzo privilegiato nella comunicazione assunto dalla radio, che - più di ogni altro - è in grado di raggiungere un vasto numero di persone, in tutti i Paesi del Mondo e in tutte le comunità, anche le più sperdute e disagiate.Oggi si celebra la quarta Giornata Mondiale Unesco per la Radio. La ricorrenza è dedicata ai giovani, nell’auspicio che possano e debbano far ascoltare la propria voce e contribuire – così - alla diffusione di messaggi, idee e valori positivi. Irina Bokova, direttore generale Unesco, dichiara: «L'Unesco richiede una maggiore inclusione sociale della generazione sotto i trenta anni, che rappresenta più della metà della popolazione Mondiale. Spesso è attraverso i giovani (cittadini, giornalisti o liberi professionisti), che la stampa internazionale è in grado di coprire l'attualità in territori sensibili o pericolosi. Molti hanno rischiato la vita al servizio della informazione e della radio. L’Unesco utilizza la radio anche per trasmettere messaggi di emergenza sanitaria, come per la crisi Ebola, e la radio aiuta a ricostruire legami sociali nelle comunità di rifugiati.»Adriano SilvestriIn Puglia il Club Unesco di Brindisi in collaborazione con i Club Rotaract e Interact, sotto il patrocinio del Comune, organizza l’incontro «On Air. La radio tra passato e futuro.» Oggi alle ore 17.00 nel Palazzo Granafei Nervegna (Sala Auditorium) con interventi di Leonardo Sgura, vicedirettore di Rai Parlamento e di Antonio Ligorio, direttore di Idea Radio. Modera Patrizia Miano.