Apulia Cinema

Due candeline per la Mediateca


Il 4 Marzo 2013 (esattamente due anni fa) ha riaperto a Bari la Mediateca Regionale Pugliese. La struttura era nata trent’anni fa, fra le prime in Italia, ma poi, nel 2003, l’antica sede nella città vecchia era stata chiusa e tutto il suo patrimonio era stato abbandonato in un capannone. La “nuova” Mediateca è stata ripensata secondo il modello delle Public libraries: non solo come deposito o spazio di consultazione, ma anche come un luogo che venga partecipato attivamente dai cittadini, per usufruire dei servizi, per proporre iniziative e per farlo proprio.Quando Shinya Tsukamoto deve scegliere tra un giro tra i trulli ed una visita alla Mediateca non ha dubbi: il cineasta giapponese rinuncia al viaggio e raggiunge questa struttura. Non crede ai suoi occhi quando intravede Alejandro Jodorowsky, impegnato in un dibattito: non lo interrompe, poi abbraccia il regista cileno ed intrattiene il (meravigliato) pubblico. Siamo ad Aprile 2012 e racconta questo episodio Angelo Amoroso d’Aragona, nel "retrobottega", costituito da una piccola stanza piena di vari macchinari, che - chi ha lavorato in tv - identifica come antichi registratori da un pollice, diverse attrezzature per il riversaggio video, pezzi vari sistemati con l’ordine tipico di chi è abituato a catalogare, inventariare e poi utilizzare al momento opportuno. E brillano ancora gli occhi al coordinatore della Mediateca, quando mostra il carteggio del fondo “Francesco Laudadio” che Felice, il fratello del compianto regista barese, ha voluto donare. Vecchie fotografie, gli scritti originali delle sceneggiature di film non fatti, le lettere di Wim Wenders a Michelangelo Antonioni. Dopo la riapertura nella nuova sede, è seguito un periodo di attività molto intenso. La giornalista Francesca Limongelli definisce il primo anno «un anno vivace e articolato, nel quale sono stati duemila gli utenti registrati, 40 le rassegne organizzate, 50 i laboratori dal basso e i corsi, quindici gli showcase, il tutto sommato ai tanti volumi, manifesti, film, acquisiti». Il patrimonio storico iniziale è di 3100 tra libri e riviste e cresce a cinquemila, i quattrocento fra film, video e supporti audiovisivi si raddoppiano. Completano il patrimonio: 27 titoli, tra pellicole 35mm e 16mm, e 33mila manifesti cinematografici originali, tra cui quello di "Cabiria" del 1914, fino alle rarità del cinema giapponese degli anni Cinquanta. Anche la provenienza dei personaggi intervenuti appare la più varia: il giovanottone americano David Phelps e l’albanese Roland Sejko, il tedesco Martin Koerber e l’israeliano Eyal Silvan, l’italo - svizzera Alina Marazzi e il barese - canadese Giovanni Princigalli. «Davvero qui accade tutto questo?»: con parole di meraviglia il regista iraniano Amir Naderi, ospite in passato ad un evento, affronta Antonella Gaeta. E la (allora) presidente della Apulia film commission ha voluto ricordare l'aneddoto, nel momento in cui ha fatto il consuntivo di questo primo periodo di attività.Si spengono oggi due candeline. Ma l’occhio non è rivolto solo al passato: nel domani ci sono tanti (difficili) progetti: la Mediateca interattiva audiovisiva, con una applicazione di realtà aumentata, che può far animare un manifesto e - tramite una App - accede ai contenuti multimediali.Adriano Silvestri