Apulia Cinema

A proposito del Circuito D'Autore: Magrelli, Causo, Monteleone, Amoroso d'Aragona


A proposito del Circuito D'Autore, in occasione del bilancio di sei anni di attività del Circuito, autorevoli pareri vengono espressi in questi giorni. In particolare ecco stralci delle dichiarazioni di Enrico Magrelli, Massimo Causo, Francesco Monteleone, Angelo Amoroso d'Aragona: Enrico Magrelli (nella Foto): «Un’esperienza concreta e fertile. Venti sale disseminate sul territorio, dedicate a chi ancora non ha perduto e non vuole perdere il vizio del cinema su grande schermo. Una significativa eccezione culturale che dimostra come un cinema eterogeno rispetto a un generico mainstream sopravviva alla decimazione e soprattutto esistano spettatori potenziali da non perdere e da snidare. Quando mi è accaduto di parlare di D’Autore a giornalisti, registi, sceneggiatori, attori, responsabili di attività culturali, puntualmente sono scattati, in rapida successione, uno stupore ammirato e un garbato moto d’invidia.»Massimo Causo: «Il Circuito d'Autore è stato e deve continuare ad essere una esperienza a garanzia della verità dello Spettatore, a sostegno della sua libertà di scegliere e di vedere. L'Autore è libero solo quando può incontrare davvero il suo pubblico e i Film hanno il diritto di arrivare ovunque sul grande schermo, il più vicino possibile agli occhi di chi sa amarli.»Francesco Monteleone: «Nemmeno con la fantasia riusciamo oggi a immaginare come facevamo a vivere senza il telefonino: se ci perdevamo, come facevamo a ritrovarci? Ci sono invenzioni che diventano strutturali nella nostra vita; una è il Circuito d'Autore e non possiamo abolirlo senza regredire. Se chiudete D'Autore, di chi dovremo sparlare ferocemente il sabato alla Feltrinelli? Domani non verrò alla conferenza funebre. Andrò a cinema.»Angelo Amoroso d'Aragona: «I progetti su fondi straordinari, tra cui il Circuito e la Mediateca sono arrivati a termine. Io non so se è possibile rifinanziare il Circuito, come tutti qui ci auguriamo, ma - se questo non fosse possibile - va salvato il capitale sociale del Circuito, ossia la sua rete di relazioni con i gestori e i distributori, oltre che la fidelizzazione con il pubblico. Partendo dai gestori di Sala si possono creare panieri di prodotti filmici destinati sia alla distribuzione extracommerciale (retrospettive, film restaurati) sia a mercati di nicchia "dimenticati" dalla grande distribuzione, proposti a tutta la rete. A questo intervento si affiancherebbe quello sul consumo di cinema come prodotto di massa, e proponendo alcune iniziative nelle Sale con incontri di approfondimento storico su film e autori o con la stessa rivista D'Autore.»