Apulia Cinema

A proposito di Quo Vado. Come confrontare gli incassi dei film? Mozione d'ordine


Ritorno sugli incassi rekord di Medusa per Quo Vado e sull'impatto che il film può avere sul mercato audiovisivo. Provo a destreggiarmi sulle più disparate statistiche citate da più parti, e sui confronti (a volte fantasiosi) pubblicati su alcuni organi di informazione. Lo scopo è tentare di fare un po' di chiarezza, prima di tutto al sottoscritto, e poi a chi abbia la bontà di affrontare con pazienza e conoscere più a fondo la problematica complessa dei calcoli relativi al box office in Italia nel tempo. Confermo che per seguire la vicenda è necessario riunire ragionieri e contabili, cassiere e commercialisti, esperti di statistica e topi d'archivio, più che critici cinematografici. E fare calcoli anche con la parentesi quadra. Mi avventuro - dunque - tra i dati dei botteghini che, come tutte le cifre relative a valutazioni in denaro, sono soggetti a svalutazione e che già in partenza – pertanto - non sarebbero direttamente paragonabili tra loro nel tempo. A titolo di esempio: nel nostro Paese uno dei film di produzione italiana più visti di tutti i tempi è stato Anna di Alberto Lattuada (Lux Film con Sophia Loren, Vittorio Gassman e Silvana Mangano. Nella Foto), considerata la prima pellicola “nazionale” a raggiungere il traguardo di un miliardo di lire d'incasso in Italia. Ma questa somma, che all'epoca (1951) fece scalpore, oggi suonerebbe come due milioni di Euro. E quanto costava un biglietto al Cinema allora? A Milano 170/220 Lire, secondo il libro “Anteo 1979/2004. 25 anni di Cinema a Milano” (ed. Feltrinelli). E nelle altre parti d'Italia? E oggi? Costa in pratica tra 700 e 800 volte dopo 65 anni. Il dato non è – dunque – confrontabile. Appare – invece – paragonabile il numero degli spettatori.A questo punto va fatta una precisazione di metodo. Una mozione d'ordine: a quei tempi tutti i Cinema Italiani attiravano in un anno (sempre 1951) ben 697mila spettatori, i quali affollavano almeno 7545 sale (numero calcolato dalla Siae nel 1949, ma poi è cresciuto, fino all'arrivo della Tv). Oggi – invece - i biglietti venduti si sono ridotti a circa 100 milioni, in una situazione di esercizio completamente modificata, ma con un numero di sale e di schermi di gran lunga inferiore rispetto agli Anni '50. In conclusione pare che - per paragonare l'impatto (più che l'incasso) di un singolo titolo - sia corretto raffrontare, oltre al numero degli spettatori che hanno visto lo stesso film, anche la percentuale che questi costituiscono, rispetto al numero totale dei biglietti venduti nell'anno nei Cinema d'Italia.Secondo la classifica dei film più visti dal 1950 al 2015, pubblicata di recente da Sorrisi e Canzoni Tv (e costruita su dati rielaborati ex-novo dalla Siae), il numero di spettatori paganti, cioè dei biglietti staccati per ogni film prodotto (o coprodotto) e distribuito in Italia, colloca al primo posto assoluto il film Guerra e Pace di King Vidor, che attirò 15.707.723 di spettatori nel 1955. Ma va considerato che il numero totale dei biglietti venduti è stato – durante quello stesso anno - di 819.424.000, come ha conteggiato la stessa Siae in tutto il 1955 (è il dato più alto di tutti i tempi, riferito da Emiliano Morreale nel libro “Così piangevano. Il Cinema melò nell'Italia degli Anni 50”, pag. 89). Si pensi che soltanto le oltre 110 sale della città di Milano vendettero allora 45.665.000 biglietti in un anno! Questo significa che Guerra e Pace con Audrey Hepburn e Vittorio Gassman è stato visto in Italia da due spettatori su 100, come emerge dal calcolo seguente: [(15.707.723 x 100): 819.424.000]= 1,916922....Secondo questa impostazione, l'impatto odierno dell'ultimo titolo di Gennaro Nunziante con Checco Zalone sarebbe pari a otto spettatori su cento. Infatti il dato più aggiornato degli spettatori totali in Italia è di 99.362.667, secondo i conteggi Cinetel relativi all'anno 2015, mentre il numero di spettatori che ha visto Quo Vado è pari a 8.667.549 (ultimo aggiornamento, dopo 22 giorni di proiezioni a Gennaio 2016), per cui individua in carne e ossa ben otto spettatori su 100, come emerge dal calcolo seguente: [(8.667.549 x 100): 99.362.667]= 8,723144.....Prima di chiudere – per il momento - il ragionamento (e mi scuso per la lunghezza), occorre anche ricordare che tutte le statistiche relative a incassi, specie se relative ad anni diversi, difficilmente vengono considerate esatte per vari motivi: fiscali, di svalutazione, difformità delle fonti di calcolo, cambio della moneta. Nel caso del cinema – inoltre – le fonti ufficiali sono varie e diverse tra loro, con basi e sistemi di calcolo differenti e ciascuno relativo ad un periodo determinato. Si va dai conteggi Siae, calcolati in tutte le sale, in relazione ai biglietti staccati (compresi gli omaggi); ai dati Agis, che sono relativi alle sole Città Capozona (e quindi alle prime visioni di alcuni capoluoghi); fino ai dati Cinetel, riferiti a una alta percentuale di cinema (oggi circa il 95 percento degli schermi, escluse – però - le arene estive), ma che - venti anni fa - erano conteggiate in una percentuale minore, perchè minore era il numero di sale seguite... Adriano Silvestri