Apulia Cinema

Quando Francesco Laudadio lascia Bari per Roma ed entra nel Mondo del Cinema. È il 1975


Il momento in cui Francesco Laudadio lascia la città di Bari, dove è leader del movimento studentesco “di massa” e poi funzionario del Pci, e va a Roma, chiamato da Mario Monicelli per iniziare una vita nuova nel Mondo del Cinema è stato ricordato Oggi a tredici anni dalla sua prematura scomparsa (1950-2005) ed a mezzo secolo esatto dal '68.Sin da giovanissimo si sente parte integrante di una comunità. Studia e parla la lingua inglese. A dodici anni entra nella Federazione Giovanile, che è a due passi da casa, in via Trevisani. Legge L'Unità ma anche gli altri giornali e soprattutto libri. Frequenta il piccolo Cinema Enel di via Napoli. I suoi riferimenti sono il Segretario regionale Alfredo Reichlin (già direttore proprio de L'Unità) e il segretario provinciale Tommaso Sicolo, mentre a capo del Partito c'è Enrico Berlinguer.Poi nel 1975 dà un taglio netto al lavoro politico, con base a Gioia del Colle, proprio nel momento della grande avanzata del Partito Comunista. Ma avviene anche il rovesciamento del rapporto tra Città e Campagna. E cambia il mondo del lavoro; si modifica il ruolo del Funzionario di Partito, a contatto con gli operai: diventa un “mestiere” che a lui non piace più.Nei suoi scritti trae un bilancio di questa esperienza. Poi Francesco Laudadio (Nella Foto) contatta Mario Monicelli e si offre come suo collaboratore. Un giorno telefona a casa la segretaria di produzione del film Caro Michele e lo convoca per il primo set. Ne seguiranno altri con Ettore Scola e Sergio Leone. L'arte, anche il cinema, deve avere una funzione sociale, per lanciare messaggi verso il progresso. Entrerà nella Commissione Cinema del Pci.Questo profilo è emerso dagli interventi di Pasquale Martino, Piercarlo Melchiorre, Ferdinando Pappalardo, Sara Acquaviva, Franco Cassano, Piero Di Siena e Felice Laudadio (suo fratello maggiore).L'occasione è stata l'annunciato seminario di studi nell'ex Palazzo delle Poste, nel corso del quale è stato presentato il suo libro (postumo) dal titolo «La Sirena delle 10. Cronaca dell'organizzazione degli scioperi operai del Marzo 1943 a Torino». Un racconto - quasi un trattamento di una sceneggiatura - che ricostruisce la preparazione della Resistenza da parte degli operai e degli studenti, nella Torino degli ultimi anni di Guerra. Laudadio avrebbe voluto trarre da questi scritti un film. E ci sono elementi di verità molto attuali.Adriano Silvestri