Alberto Aquilani

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C è un raggio di sole nel momento grigio (dal punto di vista dei risultati) che sta attraversando la Roma. Il suo nome è Alberto Aquilani. Il centrocampista giallorosso vede la luce alla fine del lungo tunnel cominciato il 2 ottobre scorso a Manchester e ieri, due mesi e mezzo dopo la lesione al retto femorale (tra il secondo e il terzo grado, un centimetro e sette millimetri) della coscia destra, ha ricominciato ad allenarsi con il gruppo: riscaldamento, schemi offensivi e sulle palle inattive. Aquilani ha fatto tutto con i compagni e ha partecipato anche alla partitella in famiglia, muovendosi con naturalezza, calciando con entrambi i piedi realizzando anche due gol. Che non hanno nessun valore, ma che contribuiscono a farlo sentire di nuovo un calciatore dopo quasi tre mesi passati a curarsi tra centri di riabilitazione e infermeria. La buona notizia è che oggi Luciano Spalletti potrebbe inserirlo nella lista dei convocati per la gara di domani col Toro. Una convocazione che avrebbe un grande valore per Alberto, anche dal punto di vista simbolico. Difficilmente il Principino partirà titolare contro il Torino, però ritornare a respirare l’aria di una partita vera non può fargli che bene. Dal punto di vista fisico è guarito. Clinicamente la lesione al retto femorale è rimarginata e i medici gli hanno dato l’ok per ricominciare. Da superare c’è uno scoglio altrettanto grande, che è la paura di farsi di nuovo male. La ricaduta, infatti, è sempre peggiore del primo infortunio e Alberto lo sa bene per averlo già sperimentato sulla propria pelle. Per questo motivo lo staff medico gli ha concesso tutto il tempo di cui aveva bisogno: da oltre un mese, è tornato in campo a Trigoria l’8 novembre scorso, ha ripreso a lavorare ma solo negli ultimi giorni ha forzato i ritmi. Adesso anche lui si sente pronto e questa mattina lo dirà a Mario Brozzi, il medico sociale giallorosso, e insieme a Spalletti decideranno il da farsi. Il ritorno di Aquilani, che se non sarà convocato per la gara col Toro lo sarà per quella di sabato contro la Sampdoria, è importantissimo per la formazione giallorossa: innanzitutto perché consentirà a Pizarro e De Rossi di tirare il fiato dopo una prima parte di stagione giocata a ritmi e livelli altissimi, poi perché Alberto ha dimostrato di poter essere un sostituto ideale anche di Perrotta alle spalle della punta e infine perché l’Aquilani visto fino al giorno del suo infortunio era un giocatore di livello assoluto. Un valore aggiunto per la Roma, ha segnato due gol nelle prime due giornate di campionato contro il Palermo e il Siena, che non a caso ha giocato il suo calcio più brillante proprio con Alberto in cabina di regia. Ma non solo. Perché Aquilani è un patrimonio non solo romanista, ma di tutto il calcio italiano. Non è un caso che Roberto Donadoni, che lo ha fatto esordire oltre un anno fa nel match contro la Turchia, lo stia aspettando per inserirlo nella lista degli azzurri che parteciperanno ai prossimi Europei. C’è ancora un posto da assegnare in mezzo al campo, e se Alberto starà bene fisicamente difficilmente gli scapperà. Prima però dovrà ricominciare a fare bene con la Roma. Da domani sera o da sabato non conta, l’importante è che il Principe sia tornato.