Alberto Aquilani

Post N° 150


Vogliono vendere Alberto Aquilani. Lui vorrebbe rimanere, ma la scelta societaria è un’altra. E’ stato Bruno Conti a comunicarglielo. La Roma del futuro potrebbe dover fare a meno del talento del centrocampista della Nazionale, che ha il contratto in scadenza nel giugno del 2010. Il motivo? Ragion di stato, che a Trigoria significa far quadrare i conti. Nella logica di una società che ha scelto di autofinanziarsi, e che negli ultimi anni ha visto partire gente come Samuel, Emerson, Chivu e Mancini, il sacrificio di uno dei talenti più importanti prodotti dal settore giovanile è stato messo già in preventivo. D’altronde Alberto è l’unico giocatore, ad eccezione di De Rossi e Vucinic, che ha in giro per l’Italia e per l’Europa un bel po’ di estimatori e che consentirebbe quindi alla società di fare cassa. E di colmare il segno meno nel bilancio che potrebbe arrivare dalla mancata qualificazione alla Champions League del prossimo anno. Impresa che allo stato attuale delle cose sembra proibitiva per la squadra di Spalletti. «Se non dovessimo arrivare in Champions League terremo conto del nostro grado di competitività a cui ci dovremmo rapportare», ha detto la responsabile programmazione e controllo di As Roma, Cristina Mazzoleni, all’ultima assemblea dei soci. Traduzione: se la Roma non si qualifica per la prossima Champions, la squadra sarà ridimensionata con delle cessioni importanti. E il passaggio immediatamente successivo porta direttamente ad Alberto Aquilani. Il Principino ha il contratto in scadenza nel 2010 e il tanto sbandierato rinnovo di cui si parla ormai da un paio di stagioni non è ancora arrivato. Di rinvio in rinvio si è arrivati alla situazione attuale, che è una situazione di non ritorno. Nel senso che la Roma potrebbe trovarsi "costretta" a venderlo e a non rinnovargli il contratto. Questo Aquilani lo sa, perché glielo ha detto Bruno Conti una decina di giorni fa. E non è un caso che proprio negli ultimi giorni siano tornate alla carica le due società (Juventus e Inter) che lo avevano cercato con insistenza l’estate scorsa, quando la Roma con un comunicato ufficiale sul suo sito internet aveva definito «Alberto uno dei tasselli importantiper la squadra di oggi e del futuro, un giocatore che non abbiamo mai ritenuto cedibile». La società crede in tutto il progetto. Crede fortemente in Alberto che è un giocatore giovane, un ’84. Ho parlato con il calciatore. Mi ha detto che era fortemente scocciato di questa situazione. Ho parlato anche con il procuratore. Noi siamo sereni, stiamo parlando con tutti quanti. Sono convinto che anche con Alberto si troverà una soluzione adeguata». E non è detto che la soluzione adeguata auspicata da Pradè sia il rinnovo del contratto. Anzi, oggi è la soluzione meno probabile. Perché il giocatore, per cui la Roma rimane sempre e comunque una prima scelta, aspetta da tempo una chiamata per mettersi intorno a un tavolo e discutere il prolungamento. Finora però i messaggi che gli sono arrivati da parte della proprietà per bocca di Bruno Conti, che nel 2001 riuscì ad evitarne la cessione in Inghilterra esponendosi in prima persona con la società e convincendo Alberto e il padre che la scelta migliore era restare alla Roma, portano nella direzione opposta. Il problema non è più nemmeno economico perché la cifra richiesta a giugno, circa 2 milioni netti a salire per cinque anni, è ampiamente alla portata (anche) della Roma attuale. Aquilani guadagna poco più di un milione, una cifra da "promessa" e non da giocatore affermato che fa parte in pianta stabile della nazionale. Il prossimo sarà il contratto più importante della sua carriera perché lo porterà a ridosso dei 30 anni: a Torino e Milano sarebbero disposti a triplicare l’ingaggio attuale e se le proposte arrivate a Claudio, il papà procuratore di Alberto, la scorsa estatedal presidente della Juventus Cobolli Gigli in occasione di una visita a Roma, all’epoca furono rimandate indietro al mittente perché la Roma aveva (ha) la priorità, ora le prospettive sono diverse. Ed è per questo che il canale interrotto in estate negli ultimi giorni si è riaperto. Non tramite Franco Zavaglia, che non ha più la procura di Alberto dal 2007 mache ha un ruolo di consulente. In caso di cessione a fine stagione comunque la società favorita sarebbe la Juventus, a patto ovviamente che il club bianconero pareggi un’eventuale offerta dell’Inter che seppur defilata non ha mai mollato del tutto la presa, perché lì Alberto avrebbe maggiori garanzie tecniche rispetto a Milano. E poi a Torino i tifosi della Juventus gli dedicano già i cori, cosa che a Roma negli ultimi tempi è successa raramente. E che in caso di cessione, c’è da giurarci, non capiterà più. Anche se non sarà colpa di Alberto.