Le Arabe Felici®

La scelta di morire


Ci sono degli argomenti che la morale comune battezza come tabù. Argomenti che vengono relegati al puro e semplice giudizio della morale, che postula i propri giudizi edulcorandone i contenuti ed addolcendone i profili, rendendo il dolore accettabile. Sono le storie che parlano di vite spezzate, di occhi che , alzandosi al cielo, non si inebriano di nuvole ma di impersonali soffitti bianchi di ospedali. La televisione ne fa merce da dare in pasto alle famiglie riunite intorno al tavolo della cena,frasi banali che inneggiano al diritto alla vita e non rispettano l'altrettanto sacro diritto di scegliere di morire. Eutanasia è una parola che mette paura, che fa storcere la bocca a chi, come noi, volge il proprio malinconico sguardo al futuro bagnandolo di speranza. Perchè non accettiamo che un uomo, una donna, che come noi ha annusato ed assaporato le gioie del respirare il mare e la sabbia, possa scegliere di staccare una macchina che pompa fiato artefatto, che fa pulsare vene ormai stanche di sangue senza ossigeno. Perchè non volere che un caro decida di abbandonare la finzione di vita che tu ti illudi che egli abbia è solo egoismo. Perchè spesso è meglio accettare di vedere occhi che non sono più specchio di emozioni piuttosto che vederli chiusi. E quell'accanimento terapeutico che vige in Italia ci restituisce non corpi , non muscoli, non vispi sguardi colmi di vita, ma solo fantocci, membra stanche che , tuttavia, ci leniscono la sofferenza, perchè si ha sempre qualcosa da abbracciare, sia pur esso un sacco vuoto. E quella etica ci fa sobbalzare di speranza guardando in televisione uomini che seppur inchiodati alla croce del proprio letto decidono di combattere. Ma non possiamo indignarci verso chi, invece, decide che è arrivato il tempo di deporre lo scudo sul greto di un fiume, facendo una scelta che è coraggio, il coraggio di abbandonare il mondo con un sorriso e con la speranza di trovarne uno più bello in cui riprendere, ancora una volta, ad annusare la sabbia ed il mare.Un pensiero di Cri Camomilla