Le Arabe Felici®

100 giorni a sinistra


Da sempre ci manifestiamo come latori del libero pensiero, cercando di non schierarci mai aprioristicamente o di alzare le nostre voci nella massa, quanto piuttosto ci sforziamo di leggere i fatti in modo asettico per poi trarre delle conseguenze più o meno logiche. Abbiamo da un po’ di tempo come la netta sensazione di assistere ad un panorama politico assolutamente sconcertante. Alla fine i premier si somigliano tutti, come i Puffi: deliziose promesse che nel tempo si tramutano in simpaticissime prese per il culo. Ad esempio, il video Rap su Romano Prodi in Parlamento sul caso Telecom ha creato un vero e proprio polverone, tanto che i deputati di sinistra hanno scritto al Cda della Rai ravvisando niente meno che un vilipendio alle Istituzioni. Ammesso e non concesso che , almeno a noi, queste istituzioni ci fanno venire il conato di vomito al buco del culo, ma la sinistra non era un tempo la bandiera sotto la quale tutti noi poveri satiri ci potevamo proteggere per lanciare i nostri strali di piccanti invettive? La sinistra non difendeva la libertà di espressione o il diritto non scritto all’ironia? O forse era lecito prendere solo per il culo Berlusconi? Si passa , in pratica, da un editto bulgaro ad un altro: ci stanno togliendo tutto ormai. Anche le utopie.In compenso assistiamo ad altre edificanti autoreti: grazie all’indulto, legge sulla quale non osiamo mettere bocca, quel simpatico, irascibile, rissoso ed amabile Luigi Chiatti , denominato affettuosamente “Il mostro di Foligno”, tra poco sarà fuori dal carcere. E , visti i presupposti delle nostre mirabolanti istituzioni, probabilmente gli troveranno un posto come bidello nell’asilo del paese, tanto per tenerlo allenato dopo anni di inattività. In compenso ci sono altre istituzioni che funzionano alla grande: grazie al lucido intervento di  Mastella ora la bambina Maria è tornata in Bielorussia, alla velocità della luce, tra le confortanti mura amiche di un istituto dove potrà continuare a godere delle bastonate dei rettori dello stesso. C’è da esserne fieri: facciamo parte di uno Stato che sborsa miliardi per liberare quelle due rincoglionite delle “Simone” e non riesce a scendere a patti col governo di uno stato che neanche è segnato sulla cartina. Evviva. Il tutto mentre le nostre truppe continuano a pasturare in Afghanistan in attesa del loro ritiro: ma non c’è problema, rimarranno poco in Italia in quanto verranno rispedite in qualche altra parte del mondo, giusto per dare qualche leccatina al culo di Bush, che non guasta mai.Stendiamo un pietoso velo al gusto di bresaola sugli incentivi del governo offerti a chi decida di ritardare il proprio pensionamento: detto da chi riceve la pensione dopo 35 mesi di servizio è semplicemente una pagliacciata. Come se chi lo prende in culo da un elefante facesse una campagna contro la sodomia.Tristezza e rassegnazione.