Le Arabe Felici®

La Teoria Meridionale


Teorizzate lettrici, meridionalissimi lettori, come avete potuto notare dalle trasmissioni di Santoro, esistono innumerevoli  approcci alla logica. Non per sfatare il mito per il quale esistono due modi per fare una cosa ossia “uno giusto ed uno sbagliato”.In realtà i modi per sbagliare sono innumerevoli (e fin qua c’eravate arrivati anche voi dopo una puntata di Amici del ’94, remasterizzata e trasmessa in prime time).In realtà la convinzione che esista un solo modo per far le cose giuste sta andando a morire, scontrandosi con la più fervida tradizione meridionale di fare le cose.Il popolo del nord di fronte ad un problema ha un approccio pragmatico: isola i problema scindendolo in una lista di sotto problemi, analizza le cause, cerca risposte, verifica le conseguenze della azione intrapresa, valuta eventuali alternative ma soprattutto scrive tutto perché vuole una traccia documentata di tutto.Per esempio, di fronte al problema del lavoro, se ne fa un cruccio se non lavora. Cerca, invia curricula, si informa, valuta decide e lavora.Al meridione invece i tempi sono molto più brevi. Basta far scontrare un meridionale con un problema e subito vi dirà con aria appassionata: “devono fare subito qualcosa” per qualunque cosa voi gli diciate. Per esempio, se al sud non si trova lavoro, subito sentirete che è lo Stato che non dà posti di lavoro e che il sistema si accanisce contro di loro.Di pari passo, se l’azione deve essere intrapresa da un altro, questo signor “altro” deve agire subito e con la garanzia di dare il massimo dei diritti a tutti. Cosa contraria avviene per la proprietà. Se una cosa è pubblica al nord vuol dire che serve ad una collettività. Se è al sud vuol dire che la cosa pubblica, in quanto di tutti, è propria. Infatti è molto consueto vedere napoletani (ops mi è scappato e non riesco a trovare il tasto canc…)  tornare a casa con sottobraccio i display multimediali, quelli  posti sulle colonnine dell’autobus (quelli che a Milano indicano tra quanti minuti passerà il tram per Duomo). Ma solo per il concetto aprioristico che la cosa pubblica è propria. E quando incontrate uno all’autogrill che vi dice “dottò, c’ho certe madonne” non pensate ad una persona adirata che ha le lune storte, ma ad uno che realmente nel bagagliaio della Duna Station Wagon ha un campionario di statuette sacre trovate non so dove non so come..E ora scusate, ma mi sta arrivando un carico di targhette segnanome di un ufficio dimesso.. hai visto mai nella vita????Semper vosterMario er Sonno