Le Arabe Felici®

Cannavaro? No, grazie.


Noi abbiamo un unico, indimenticabile ed ineguagliabile pallone d'oro. Lui, un uomo, un atleta, un maschio, espressione di un calcio che č solo uno sbiadito ricordo di campi fangosi , impraticabili, pletore di muschi e licheni.Un uomo dai folti baffi, abitati da colonie di blatte e tracine, allegoria di testosteronica vis agonistica. Un uomo il cui sudore, fertile nettare di apotropaica virilitā, era in grado di mettere incinta a distanza un imprecisato numero di massaie da lui estasiate.Un uomo che aveva addominali anche sulle chiappe, il cui unico doping assunto era il vin brulč che accompagnava il suo piatto preferito, il cerbiatto saunato, sbranato rigorosamente vivo. Un calciatore che infilava dei bulloni e dei chiodi arrugginiti dentro ai suoi scarpini "Pantofola D'Oro" per provare dolore catartico durante le sue folli corse sulla fascia.Implacabile in campo, buono nella vita, simpatico come una visita guidata alle Torri Gemelle l'11 di settembre. Un fisico a clessidra stereotipo di bellezza anni '80, spalle a Fiasco del Monopoli, muscoli guizzanti ad ornare un volto bello come quello di uno struzzo speronato da un peschereccio. Lui, l'unico vero pallone d'oro: DONATO ANZIVINO