Esegesi storica, semantica e figurativa dell’arte di Marcella BellaAria. Aria (incomprensibile se sia un fatto climatico o un peto squassante del fratello Gianni passato di lì per puro caso) nell'aria voglia di te e' domenica e tu chissà che cosa fai (è allo stadio come il 90% dei maschi italiani, mentre tu sei in casa tra i fornelli e schiavizzata in pattine ed aspirapolvere)ti rivedo sempre lì che mi dici che mi vuoi (Sempre meglio una Marcella Bella che una raspa solitaria ed inquieta)la mia voglia e' grande e' scandalosa ormai ( E diamine, Marce’…)c'e' una gatta accanto a me (Chiaro riferimento metaforico alla patonza anni ’80. Considerando il fatto che Marcella aveva il pizzetto folto e scuro come quello di Piero Pelù, si può tranquillamente evincere che dal vello genitale della stessa sarebbe stato possibile tranquillamente confezionare un cappotto di Astrakan ed una imbottitura completa per diciotto materassi)e non rinuncia lei (La sagra del doppio senso. Ormai gli ormoni di Marcella stanno impennando sul motorino e senza casco. La “Gatta” non si tiene. Ormoni con la capezza con il lupetto della Roma. Ormoni con i tatuaggi. Ormoni che giocano a zecchinetta col coltello sotto al tavolo)ariati respiro ancora sai (Da questa frase si evince che in realtà l’aria di cui si parla non è un fattore climatico come erroneamente segnalato in precedenza, ma una flautolenza spocchiosa dell’ottimo Gianni)nell'aria ti scaccio ma ci sei ( Obnubilata dagli ormoni) voglia tanta voglia dentro me (Non s’era capito, Marce’)una febbre che mi assale ( Non preoccuparti. Sei seduta sopra il termosifone)io mi sento così male (Alzati dal termosifone)spero solo che non bussi un uomo adesso (Toc, toc…Che volemo fa’, Marce’? )mi comporterei come non vorrei ( Che tristezza…da montagne verdi e conigli dal muso nero al desiderio di una gang bang mentre il fratello Gianni filma il tutto. La fine della purezza)la mia mente e' chiara (Ma de che? Ma chiara di cosa? Marce’ stai a parla’ di cazzi e ci vuoi imbastire che la tua mente è lucida? Ma vattene, va)ma a volte e' più forte il sesso (“a volte”…)la mia gatta e' ancora lì ( Ovvio. A meno che non ti sottoponi ad una infibulazione è difficile che si sposti)non parla ma dice sì ( Pensa, ci puoi intravedere all’interno i tuoi ormoni che giocano a calcetto)io non sono un animale (vabbè, non mettere le mani avanti, Marce’. Voglia di una sana chiattella alla fine ce l’hanno tutti)sono un essere che amachi non c'e' (AMA? Ma se fino a due strofe fa je volevi sdrumà le palle! Roba che la strofa precedente se vedevi una cucurbitacea la utilizzavi e certo per non farci l’insalata! E adesso ci parli d’amore, Marce’? ma un po’ di coerenza? )il valore e' sempre uguale carne e anima impastata ( Ed anche un’altra cosa, impastata) senza te
L'arte nella musica
Esegesi storica, semantica e figurativa dell’arte di Marcella BellaAria. Aria (incomprensibile se sia un fatto climatico o un peto squassante del fratello Gianni passato di lì per puro caso) nell'aria voglia di te e' domenica e tu chissà che cosa fai (è allo stadio come il 90% dei maschi italiani, mentre tu sei in casa tra i fornelli e schiavizzata in pattine ed aspirapolvere)ti rivedo sempre lì che mi dici che mi vuoi (Sempre meglio una Marcella Bella che una raspa solitaria ed inquieta)la mia voglia e' grande e' scandalosa ormai ( E diamine, Marce’…)c'e' una gatta accanto a me (Chiaro riferimento metaforico alla patonza anni ’80. Considerando il fatto che Marcella aveva il pizzetto folto e scuro come quello di Piero Pelù, si può tranquillamente evincere che dal vello genitale della stessa sarebbe stato possibile tranquillamente confezionare un cappotto di Astrakan ed una imbottitura completa per diciotto materassi)e non rinuncia lei (La sagra del doppio senso. Ormai gli ormoni di Marcella stanno impennando sul motorino e senza casco. La “Gatta” non si tiene. Ormoni con la capezza con il lupetto della Roma. Ormoni con i tatuaggi. Ormoni che giocano a zecchinetta col coltello sotto al tavolo)ariati respiro ancora sai (Da questa frase si evince che in realtà l’aria di cui si parla non è un fattore climatico come erroneamente segnalato in precedenza, ma una flautolenza spocchiosa dell’ottimo Gianni)nell'aria ti scaccio ma ci sei ( Obnubilata dagli ormoni) voglia tanta voglia dentro me (Non s’era capito, Marce’)una febbre che mi assale ( Non preoccuparti. Sei seduta sopra il termosifone)io mi sento così male (Alzati dal termosifone)spero solo che non bussi un uomo adesso (Toc, toc…Che volemo fa’, Marce’? )mi comporterei come non vorrei ( Che tristezza…da montagne verdi e conigli dal muso nero al desiderio di una gang bang mentre il fratello Gianni filma il tutto. La fine della purezza)la mia mente e' chiara (Ma de che? Ma chiara di cosa? Marce’ stai a parla’ di cazzi e ci vuoi imbastire che la tua mente è lucida? Ma vattene, va)ma a volte e' più forte il sesso (“a volte”…)la mia gatta e' ancora lì ( Ovvio. A meno che non ti sottoponi ad una infibulazione è difficile che si sposti)non parla ma dice sì ( Pensa, ci puoi intravedere all’interno i tuoi ormoni che giocano a calcetto)io non sono un animale (vabbè, non mettere le mani avanti, Marce’. Voglia di una sana chiattella alla fine ce l’hanno tutti)sono un essere che amachi non c'e' (AMA? Ma se fino a due strofe fa je volevi sdrumà le palle! Roba che la strofa precedente se vedevi una cucurbitacea la utilizzavi e certo per non farci l’insalata! E adesso ci parli d’amore, Marce’? ma un po’ di coerenza? )il valore e' sempre uguale carne e anima impastata ( Ed anche un’altra cosa, impastata) senza te