Le Arabe Felici®

Libero Vs Jumpy


Ci fa sapere dalla nostra messaggeria una lettrice che ha chiesto di rimanere anonima (non preoccuparti, filippa2000, terremo il segreto sul tuo nick) che è in corso una guerra di bottoni tra gli stolidi chattaroli del Web. Pare infatti che la chat di Jumpy, ex torbido lupanare i cui adepti erano soliti sollazzarsi in turpe meretricio e apotropaica dialettica, sia stata definitivamente chiusa in seguito al fatto che numerosi iscritti si siano ustionati il palmo delle mani causato dal reiterato utilizzo delle stesse a contatto con il proprio corpo cavernoso. E’ notizia recente che ad uno studente di Lecco sia proprio andato a fuoco il pisello in seguito all’attrito dovuto all’eccessivo sfregamento genitale. Morale della favola, i loschi paraninfi e le laide prefiche di Jumpy si sono riversati grufolanti sulla chat di Libero, scatenando una vera e propria battaglia a colpi di nequizie verbali contro i locali di Libero. Dal momento che la chat di Libero, la più brutta che mente umana ricordi da quando esiste il Web, è frequentata per la maggior parte dai rattusi dell’omonimo bar, celebri per la scevrità di neuroni ancora vivi ed accomunati dall’avere dei cani lupo a mitigare abbassamenti di vista preoccupanti, la battaglia è diventata una guerra con insulti anche pesanti. Insomma, la chat di Libero ora è frequentata da baronetti dal capo morfologicamente assai simile alla violacea punta di un glande di cetaceo. Ci fa sapere tale Filippa che alcuni nick sono stati bloccati fino al 2010, in pratica i coniugi Romano usciranno dal carcere molto prima che il buon Sbrinzilo possa ricominciare a masturbarsi in chat. Ed altre forme di repressione, ad esempio Pastorellanera è stata condannata a leggere un libro senza illustrazioni di ben due pagine e senza scene di sesso. Per questo vorremmo intervenire con il nostro consueto tempismo ed anacronistico ma eroico piglio : risolviamo le diatribe chiudendo anche la Chat di Libero. Prendiamo i chatters di Libero e quelli di Jumpy e rinchiudiamoli all’interno di una grossa betoniera areata con l’alito di Amedeo Minghi e lasciamoli a discutere dei loro casi, avendo nel contempo l’attenzione di sganciare all’interno della stessa , a cadenze regolari, dei ghepardi maculati del nord. Problema risolto.