Le Arabe Felici®

Ultima cena: clamorose scoperte.


Una delle opere più belle che la storia ci ha consegnato è , senza dubbio, l’Ultima Cena di Leonardo. Opera sublime e nel contempo misteriosa, da secoli è oggetto di studi ed arricchimenti da parti di vari sedicenti storiografi che nella tela ravvedono segni misteriosi. Non dimentichiamoci che l’ultimo latore di scoperte sensazionali è stato proprio Dan Brown che nel suo Codice Da Vinci, il testo più sopravvalutato della storia editoriale, si è divertito a diffondere curiosità comunque già note sull’opera. La cosa che maggiormente è stata discussa nel corso dei secoli, Codice a parte, è il fatto che il discepolo alla destra di Gesù Cristo sarebbe palesemente una donna, complici i tratti femminei del volto, e con essa Leonardo avrebbe voluto rappresentare Maria Maddalena. Nell'affresco, ad avallare la tesi secondo la quale si volesse rappresentare il matrimonio di Gesù, corroborata dall'opposta colorazione degli abiti di Gesù e della presunta Maria Maddalena, e dall'assenza del calice, si nota anche che tutti i commensali hanno un bicchiere piccolo senza stelo e di vetro, compreso Gesù Cristo, invece del calice citato nel Vecchio Testamento. Ed al posto del pane e del vino citato dai Vangeli, compaiono visibilmente dei cartoni di pizza alla marinara senza acciughe e piccole scodelle di legno con all’interno olive ascolane e chele di granchio. Altri forti segnali che individuerebbero un festeggiamento matrimoniale sono legati alla mano di Pietro che brandisce con vigore un pugnale con il quale starebbe per recidere la cravatta a Gesù. Ebbene, come appreso da “Repubblica”, secondo una indagine pubblicata solo oggi da alcuni studiosi siriani, in realtà la presunta donna alla sinistra di Gesù non sarebbe la Maddalena, come da sempre ipotizzato, bensì il cantante Jo Donatello (cnfr. Foto in basso), capitato per caso durante il pasto per cantare la gustosa melodia “Zi’ Nico’” per rallegrare la simpatica brigata. Questa tesi, avvalorata da prove che per non tediarvi non riportiamo, potete comunque approfondirla direttamente dal sito di Repubblica che trovate cliccando  QUI