Le Arabe Felici®

Commiato di Cri


Mi piace scrivere.Da sempre. Cose più o meno serie, con velleità più o meno serie. Come tutti, del resto. Ci provo da anni, non lo nego. Ed i risultati sono davanti gli occhi di tutti. Ho scritto cose decenti, rimaste nel cassetto. Un cassetto che è rimasto chiuso, avevo paura che non piacessero. Erano i miei figli, detestavo risultassero non gradevoli agli occhi degli altri. Non nego che ho provato in tutti i modi a diffonderle, a diffondermi io stesso, senza mai scendere a compromessi e senza mai pagare prezzi così alti che mi avrebbero dato la coscienza di non potermi più guardare allo specchio. Allora ho aperto questo Blog, con Paolo, due anni fa. Come per dire "Ehy, ragazzi. Due parole in croce le so scrivere". Ma quell' "Ehy ragazzi" era sempre e comunque legato all'immagine di quello che non sono. Ho dovuto vendere parte della mia anima per partorire cazzate, post leggeri, buoni per un mordi e fuggi, per gli altri, mai per me. Mi sono venduto. Ho venduto quello che avevo da dire pagando il prezzo di quello che non ero e quello che non sono stato mai. La gente non legge di me. Legge quello che vede in me. Satira da quattro soldi. La ricerca del numero a scapito della qualità. Questo posto è diventato ciò che io odio da sempre: un reality show fatto di baruffe, scazzi, sfoghi, ripicche. Non posso continuare. Non posso continuare soprattutto per rispetto a quel bambino che scriveva con passione e che ora sembra essere un adulto smarrito. Mollo, e con me, se le Arabe Felici dovessero implodere su se stesse, morirà presto anche questo Blog. Non ha senso. Se ti accorgi di essere guitto, se nulla porta a nulla, allora è meglio riaprire quel cassetto e ricominciare a scrivere per se stessi. E per quei pochi che avranno voglia di assorbire le emozioni di quelle righe malinconiche ma vere. E' stato divertente, ma, come tutte le cose divertenti, assolutamente inutile e vuoto. Ringrazio tutti quelli che sono andati oltre le mie insulse righe lasciate, leggendo tra uno spazio bianco ed un altro la voglia di scacciare frustrazioni da narratore incapace. E' stato bello, quanto meno per farmi riaprire gli occhi. La scrittura è una fuga, ma qui è troppo maledettamente uguale alla vita. Ma non la mia. Ad maiora, belli.Cri Camomilla. Per chi mi conosce, Cristiano.