Le Arabe Felici®

Italiani popolo di lavoratori


Dalle 9 alle 18:30, questa è la fascia oraria in cui le varie community sparse in rete hanno il maggiore afflusso di persone nell'arco della giornata. Dopo le 18:30 tutto tace o quasi, le visite si riducono drasticamente del 70/80% per riprendere copiose il mattino seguente. Ma che succede dalle 9 alle 18:30? Come mai la gente frequenta in queste ore i siti internet e  dopo le fatidiche 18:30 comincia a fare altre attività?La risposta è semplicissima, perchè in quelle ore teoricamente si sta a lavoro, si ha la connessione fissa e un computer sempre a portata di mano e poco importa se quelle ore dovrebbero essere dedicate al duro lavoro, le community sono più interessanti. A giudicare dal numero di persone che commentano e postano in orari di lavoro, si deduce che gli italiani in ufficio non hanno nulla da fare o al massimo non fanno quello che dovrebbero. La legge sulla privacy ci ha salvato da repentini controlli dei datori di lavoro, così il fenomeno resta inquietante e in costante crescita. Tra tutta questa gente che scrive negli orari più impensabili c'è anche chi, a scanso d'equivoci, ha creato un blog comune in modo da eludere qualsivoglia controllo o prova di malafede da parte del datore di lavoro.Ogni giorno nascono, crescono e muoiono centinaia e centinaia di blog, migliaia di commenti vengono sparati in rete durante gli orari di lavoro e decine e decine di botta e risposta compaiono on line. Ai blog vanno aggiunte le chat, i siti di giochi on line e i siti di appuntamenti, dove annoiati mariti cercano di sedurre con tutto il loro estro giovani ninfette o mogli trascurate. La grande piazza virtuale prende vita dalle 9 alle 18:30 per poi ricadere nell'oblio fino al giorno dopo. Finito il cosiddetto orario lavorativo i mariti tornano dalle loro mogli e gli altri trovano impegni più gratificanti come la lettura di un buon libro, la visione di un buon film o di una bella pièce teatrale, qualcuno rimane nella piazza virtuale ma ormai c'è poca gente in giro.Ci lamentiamo sempre che l'Italia sta rimanendo indietro, che non produce più nulla, che sta perdendo il contatto con l'Europa, ma poi, invece di lavorare e rimboccarci le maniche per far crescere il nostro paese, ce ne stiamo tutto il tempo a gingillarci a spese del nostro datore di lavoro sulla magnifica piazza virtuale. Allora poi di che ci vogliamo lamentare?