Le Arabe Felici®

Delusioni musicali


La passione per la musica unisce milioni di persone. Quando parlo di musica, intendo dire quella oggettivamente bella. Quella che è compendio di armonia, testi, esecuzione del brano. I Beatles, per fare un esempio, utilizzavano al massimo quattro accordi a pezzo. Ma li sapevano usare bene, in modo quasi sublime. Non tutti sono in grado di rendere estatico un giro di do. Jeff Buckley ha scritto un capolavoro, Grace, che può non piacere, ma ricade nell’oggettivazione del perfetto. La musica che ascoltano i pischelli con le sopracciglia depilate ad ali di gabbiano tenendola a massimo volume sulle loro Ligier elettriche fa letteralmente schifo ai cani randagi. Ho visto piccioni morire di infarto passando per caso in una via dove un diciassettenne ascoltava le ultime hit da discoteca. Se lavorassi da Euronics nel reparto alta fedeltà, farei ad ogni acquirente una domanda del tipo “Ok, lo stereo che ti consiglio è questo. Una cosa: che musica ascolti?” “Bè, a me piace Gigi D’Agostino” “Benissimo. Vaffanculo, stronzo, e vai in un altro negozio” (con calcio sui reni annesso e richiesta di interdizione). La musica bella non è quella che emoziona. Ci si può emozionare per qualsiasi cosa, magari un brano, che fa schifo, vi può piacere ed emozionare perché vi ricorda la prima sega in macchina fatta da una ragazza che avete preventivamente ubriacato ad una festa. Ma quel pezzo continuerà a fare comunque schifo e voi continuerete, salvo quella piccola parentesi, a farvi le pippe da soli. L’emozione è personale, la bellezza è indiscutibile. Io ho la casa che sembra un reparto di Feltrinelli. Sono un drogato della musica, ho comprato Cd entusiasmanti, magari ordinandoli all’estero e vaccate micidiali, solo per il gusto del possesso.I Cd si dividono in due categorie precise. Ci sono quelli che lasceresti perennemente sul lettore o che ti danno quelle sensazioni di pulito, perfetto e quasi estatico a cui non rinunceresti mai. E poi, ci sono quei Cd il cui unico utilizzo valido sarebbe quello di appenderli in balcone per tenere lontano i piccioni che ti cagano sui vasi. O metterli nel lunotto posteriore della macchina per non farti beccare dall’Autovelox. Ebbene, lo scopo di questo post è quello di chiedervi le vostre delusioni musicali personali. Quell’acquisto cui voi avevate riposto tutte le vostre speranze di alta fedeltà e che si è invece rivelato una delusione dalla quale non vi siete più ripresi.Io ne ho uno, in particolare. Mi ricordo ancora oggi, come se fosse ieri, quando mi recai a comprare “Hot Space” dei Queen, spinto dallo specchietto delle allodole che in quei tempi era “Under Pressure”. Già dalla copertina dovevo capire che si trattava di una sòla : i 4 Queen rappresentati come un quadro fatto da Andy Warhol sul quale un cane aveva vomitato un pastone avariato di Chappi. Un disco in cui figurano canzoni che si sarebbero rifiutate di cantare persino le Spice Girls dopo una gang con Mark Owen e Gary Barlow dei Thake That. Canzoni come “Body Language”, che per ascoltarla devi indossare il preservativo per non beccarti l’aids. Brani come “Calling all girls” che sarebbe risultata ridicola anche messa in bocca ai New Kids on the Block. Insomma, tutti noi abbiamo avuto delusioni musicali. E quindi questo vorremmo sapere: qual è stato il disco da voi acquistato sul quale avevate grosse aspettative e che invece si è rivelato una busta colossale?