Le Arabe Felici®

Prostituzione tecnologica


Internet è decisamente una bella invenzione.La tecnologia ci ha messo a disposizione ciò che di più meraviglioso possa esistere: un vettore di idee. Con un semplicissimo e banale “click” su un mouse è possibile diffondere nel mondo informazioni, opinioni, idee. In pratica, questo è uno dei rari casi in cui il progresso ci è venuto incontro: dare una sorta di megafono per amplificare la voce di chiunque abbia la possibilità di permettersi un modem. Pensate se un tale strumento per far circolare le idee fosse stato a disposizione di Gandhi, o di Gesù. Martin Luther King avrebbe parlato del suo sogno in modo ancora più efficace. Meraviglioso. Eppure, come tutti i veicoli di ideali anche internet ha fallito. C’è stato dato un megafono, lo stiamo utilizzando male. La controinformazione è diventata ancora più tarocca dell’informazione. E, soprattutto, quelli che custodivano un desiderio, magari quello di scrivere tracce bellissime e dividerle con altri sconosciuti, si sono trovati improvvisamente all’interno di un meccanismo che stritola con la stessa violenza utilizzata dal mezzo televisivo, che crea volti noti a discapito di un qualche valido contenuto. Il meccanismo della classifica, della vetrina, di una sorta di finta notorietà di pezza che porta a svilire un proprio pensiero a vantaggio di qualcosa di più vendibile a un pubblico sempre più vasto. La prostituzione dei contenuti per ottenere più visite. Si accende un monitor per scrivere qualcosa non rispettando una passione, ma buttando un occhio al contatore delle visite. Si scrive per gli altri, spesso torturando le proprie idee, nascondendole e ritoccandole per renderle gradite alla massa. Si dipanano periodi e capoversi in funzione di un numero di commenti che potenzialmente potrebbero essere lasciati ad un post, non cercando di essere se stessi rispettando una passione che nasceva da bambini.Quella di scrivere. Accontentadosi di avere magari un solo lettore, nel mondo, che apprezzi quello che hai fatto, quello che sentivi, fottendotene di tutti. Perché volevi scrivere per te, in fondo.  Internet era una bella invenzione. Ma ora ha perso tutto. E’ diventato come la vita.