Non ho avuto un inizio della vita serena per quanto mi riguarda . Il primissimo ricordo fu quello di muro bianco della camera dei genitori, nella quale era posto anche il mio lettino, mia madre che sbatte la testa contro la parete candida dopo aver preso un schiaffo da mio padre , probabilmente ubriaco, i rivoli di sangue che sporcano il pavimento fatto di tavole di legno consumate . Non ho mai compreso quel gesto cosi crudo e terrificante, per tanti anni che seguirono ho sognato la scena e mi svegliavo sempre con terrore che capiti di nuovo. Per fortuna ,la mia paura era infondata e non ho mai più assistito a un episodio simile. Non posso essere sicura che non succedeva, di nascosto, lontano dai miei occhi ,perché la mamma era spesso pensierosa e stanca, taciturna e poco propensa a ridere.Riso spontaneo e cristallino, a voce alta, quello che ti fa scendere le lacrime sulle guance era una cosa rara nella mia casa. Mi ricordo benissimo quel giorno che la mamma era impegnata a fare una golosa torta e che poi non sodisfatta del decoro che aveva fatto mi allungo “sac a poche”, l’attrezzo che serve per la guarnizione della torta con la crema e mi incoraggiò a continuare. Il risultato fu una torta “spettinata”, sembrava un riccio, non degna di un sguardo di grande chef che calcano la scena televisiva oggi ma fu più bella torta che ho mai visto anche perché ci siamo fatte tante di quelle risate ,la mamma e io, la crema di nocciole era finita sui nostri vestiti, capelli e perfino su i mobili della cucina. Fu un momento memorabile.Un altro episodio simile di riso che trascina successe solo tanti anni dopo, questa volta con la sorellina ,di sera, prima di addormentarci scoppiamo a ridere senza un motivo valido , lei sparava delle sciocchezze senza senso e non riuscimmo a fermarci nemmeno quando il nostro padre urlo di smetterla dalla stanza accanto. Insomma il riso ad alta voce fu un tabù a casa mia e forse per questo mi trattengo a volte anche oggi ad esternare questa emozione ma vi garantisco che rido, rido con gusto , rido con il cuore. Rido guardando le mie vecchie fotografie dove risultò sempre seria, una serietà impostata per non mostrare i miei dentoni da coniglia, un'altra cosa che a mio padre non piaceva e che mi ricordava sempre con la odiosa frase :“Chiudi , quella bocca.”Lo so, non vi farà ridere questa mia storia ma io sono serena e sorrido, questa volta di fronte al schermo del pc con la leggerezza nel anima e il sollievo per aver finalmente trovato il coraggio di dire le cose come stavano e che tenevo dentro per lungo tempo…
QUANDO RIDERE ERA UN TABÙ ...
Non ho avuto un inizio della vita serena per quanto mi riguarda . Il primissimo ricordo fu quello di muro bianco della camera dei genitori, nella quale era posto anche il mio lettino, mia madre che sbatte la testa contro la parete candida dopo aver preso un schiaffo da mio padre , probabilmente ubriaco, i rivoli di sangue che sporcano il pavimento fatto di tavole di legno consumate . Non ho mai compreso quel gesto cosi crudo e terrificante, per tanti anni che seguirono ho sognato la scena e mi svegliavo sempre con terrore che capiti di nuovo. Per fortuna ,la mia paura era infondata e non ho mai più assistito a un episodio simile. Non posso essere sicura che non succedeva, di nascosto, lontano dai miei occhi ,perché la mamma era spesso pensierosa e stanca, taciturna e poco propensa a ridere.Riso spontaneo e cristallino, a voce alta, quello che ti fa scendere le lacrime sulle guance era una cosa rara nella mia casa. Mi ricordo benissimo quel giorno che la mamma era impegnata a fare una golosa torta e che poi non sodisfatta del decoro che aveva fatto mi allungo “sac a poche”, l’attrezzo che serve per la guarnizione della torta con la crema e mi incoraggiò a continuare. Il risultato fu una torta “spettinata”, sembrava un riccio, non degna di un sguardo di grande chef che calcano la scena televisiva oggi ma fu più bella torta che ho mai visto anche perché ci siamo fatte tante di quelle risate ,la mamma e io, la crema di nocciole era finita sui nostri vestiti, capelli e perfino su i mobili della cucina. Fu un momento memorabile.Un altro episodio simile di riso che trascina successe solo tanti anni dopo, questa volta con la sorellina ,di sera, prima di addormentarci scoppiamo a ridere senza un motivo valido , lei sparava delle sciocchezze senza senso e non riuscimmo a fermarci nemmeno quando il nostro padre urlo di smetterla dalla stanza accanto. Insomma il riso ad alta voce fu un tabù a casa mia e forse per questo mi trattengo a volte anche oggi ad esternare questa emozione ma vi garantisco che rido, rido con gusto , rido con il cuore. Rido guardando le mie vecchie fotografie dove risultò sempre seria, una serietà impostata per non mostrare i miei dentoni da coniglia, un'altra cosa che a mio padre non piaceva e che mi ricordava sempre con la odiosa frase :“Chiudi , quella bocca.”Lo so, non vi farà ridere questa mia storia ma io sono serena e sorrido, questa volta di fronte al schermo del pc con la leggerezza nel anima e il sollievo per aver finalmente trovato il coraggio di dire le cose come stavano e che tenevo dentro per lungo tempo…