Sicuramente alcuni, entrando nel blog, si saranno chiesti a chi potesse appartenere quel ritratto che figura sotto il titolo.Bene, si tratta di Alessandro Magno, e quello è una parte del famosissimo mosaico, ritrovato a Pompei nella Casa del Fauno, copia di un celebre dipinto di Filosseno di Eretria ricordato dagli antichi (sec.IV-III a.C.) che raffigura la Battaglia di Isso, dove Alessandro e il suo grandioso esercito macedone sconfissero Dario e i suoi persiani.Alexandros aveva appena 19 anni quando salì sul trono, dopo che suo padre Filippo fu assassinato il giorno il giorno del suo matrimonio. Da adolescente, quando studiava a Pella, ebbe come Maestro il grande filosofo e scienziato Aristotele, il genio più luminoso dell'antichità, che senza dubbio influì non poco sulla personalità del futuro Re e conquistatore della Persia.Nel 335 a. C., dopo un anno di regno impiegato a rendere salda la sua posizione di legittimo successore di Re Filippo in Grecia, Alessandro mosse contro i Traci e quindi alla volta del Danubio. Nella velocità e nelle capacità tattiche di cui diede prova in questa spedizione, dimostrò di avere la stoffa del grande stratega. Tra quanti si arresero ed entrarono a far parte del suo sistema di alleanze nel corso della spedizione sul Danubio vi erano i Celti. Nel frattempo, nella Grecia meridionale le città non avevano pace; alla notizia della presunta morte di Alessandro, Tebe si ribellò apertamente. In meno di due settimane, allora, Alessandro piombò su Tebe, in cui compì un vero e proprio massacro. Furono uccisi 6000 uomini e fatti schiavi tutti i superstiti, compresi le donne e i bambini. Atene gli fece pervenire le sue congratulazioni. Alessandro invase l'impero persiano nel 334, quantunque già l'anno prima vi fosse stata una spedizione di un esercito al comando di un vecchio generale di Filippo. Alessandro passò in Asia dal nord, rese omaggio a Troia, dove fece capire che in certo qual modo egli stava facendo rivivere la poesia omerica, e ottenne una prima grandiosa vittoesercito persiano presso il fiume Granico, non lontano dalla costa. Mandò il grosso del bottino a sua madre, prese i prigionieri e gli schiavi da portare in Macedonia, e mandò ad Atene 300 armature persiane. Al governatore macedone cui affidò l'Asia Minore diede il tradizionale titolo persiano di satrapo; vietò il saccheggio e lasciò i tributi e le imposte così com'erano; era chiaro che aveva intendeva governare questa terra su basi solide e durature. La sua ammirazione per le istituzioni persiane aveva probabilmente origine nello studio comparativo delle istituzioni degli Stati condotto sotto la guida di Aristotele. Alessandro rifondò Troia e liberò Sardi, l'antica capitale della Lidia e ovunque dimostrò chiaramente la sua seria intenzione di governare. Ad Efeso restaurò la democrazia, ma impedì ogni sorta di rappresaglia contro il vecchio regime, e inaugurò così una serie di liberazioni e di restaurazioni di vecchie città greche. In questo periodo Alessandro cominciò ad essere venerato come un dio. Incontrò qualche difficoltà a Mileto, ma non per molto : la città, infatti, cadde presto nelle sue mani, nonostante il forte appoggio della flotta persiana.Alessandro decise allora di dividere la sua flotta e di occupare tutti i porti militari del Levante. Nei due anni che seguirono conseguì solo vittorie. Nell'ottobre del 333 a.C. si decise ad affrontare il re dei re, Dario III. I Persiani erano di poco avanzati per mare ma Alessandro andava più veloce di loro. Alla vigilia dello scontro il re macedone cadde gravemente malato e apprese che Dario si era appostato nei pressi della sua retroguardia. La situazione era dunque critica. A marce forzate il giorno seguente riportò il suo esercito di fronte ai Persiani, che furono costretti ad affrontarlo in una stretta piana costiera. Alessandro ottenne una grande vittoria, compiendo un vero e proprio massacro dei Persiani e costringendo Dario alla fuga. Secondo le cifre che ci sono giunte, 110000 Persiani sarebbero rimasti sul campo nel corso della battaglia di Isso. Da parte macedone vi furono 4000 feriti e, da quanto si apprende dalle fonti, solo 302 morti. Il bottino della vittoria comprese anche la tenda del re e tutti i suoi tesori; Alessandro fece prigioniera anche la regina. che trattò con gentilezza e generosità, insieme alle sue ancelle.
Alessandro Magno
Sicuramente alcuni, entrando nel blog, si saranno chiesti a chi potesse appartenere quel ritratto che figura sotto il titolo.Bene, si tratta di Alessandro Magno, e quello è una parte del famosissimo mosaico, ritrovato a Pompei nella Casa del Fauno, copia di un celebre dipinto di Filosseno di Eretria ricordato dagli antichi (sec.IV-III a.C.) che raffigura la Battaglia di Isso, dove Alessandro e il suo grandioso esercito macedone sconfissero Dario e i suoi persiani.Alexandros aveva appena 19 anni quando salì sul trono, dopo che suo padre Filippo fu assassinato il giorno il giorno del suo matrimonio. Da adolescente, quando studiava a Pella, ebbe come Maestro il grande filosofo e scienziato Aristotele, il genio più luminoso dell'antichità, che senza dubbio influì non poco sulla personalità del futuro Re e conquistatore della Persia.Nel 335 a. C., dopo un anno di regno impiegato a rendere salda la sua posizione di legittimo successore di Re Filippo in Grecia, Alessandro mosse contro i Traci e quindi alla volta del Danubio. Nella velocità e nelle capacità tattiche di cui diede prova in questa spedizione, dimostrò di avere la stoffa del grande stratega. Tra quanti si arresero ed entrarono a far parte del suo sistema di alleanze nel corso della spedizione sul Danubio vi erano i Celti. Nel frattempo, nella Grecia meridionale le città non avevano pace; alla notizia della presunta morte di Alessandro, Tebe si ribellò apertamente. In meno di due settimane, allora, Alessandro piombò su Tebe, in cui compì un vero e proprio massacro. Furono uccisi 6000 uomini e fatti schiavi tutti i superstiti, compresi le donne e i bambini. Atene gli fece pervenire le sue congratulazioni. Alessandro invase l'impero persiano nel 334, quantunque già l'anno prima vi fosse stata una spedizione di un esercito al comando di un vecchio generale di Filippo. Alessandro passò in Asia dal nord, rese omaggio a Troia, dove fece capire che in certo qual modo egli stava facendo rivivere la poesia omerica, e ottenne una prima grandiosa vittoesercito persiano presso il fiume Granico, non lontano dalla costa. Mandò il grosso del bottino a sua madre, prese i prigionieri e gli schiavi da portare in Macedonia, e mandò ad Atene 300 armature persiane. Al governatore macedone cui affidò l'Asia Minore diede il tradizionale titolo persiano di satrapo; vietò il saccheggio e lasciò i tributi e le imposte così com'erano; era chiaro che aveva intendeva governare questa terra su basi solide e durature. La sua ammirazione per le istituzioni persiane aveva probabilmente origine nello studio comparativo delle istituzioni degli Stati condotto sotto la guida di Aristotele. Alessandro rifondò Troia e liberò Sardi, l'antica capitale della Lidia e ovunque dimostrò chiaramente la sua seria intenzione di governare. Ad Efeso restaurò la democrazia, ma impedì ogni sorta di rappresaglia contro il vecchio regime, e inaugurò così una serie di liberazioni e di restaurazioni di vecchie città greche. In questo periodo Alessandro cominciò ad essere venerato come un dio. Incontrò qualche difficoltà a Mileto, ma non per molto : la città, infatti, cadde presto nelle sue mani, nonostante il forte appoggio della flotta persiana.Alessandro decise allora di dividere la sua flotta e di occupare tutti i porti militari del Levante. Nei due anni che seguirono conseguì solo vittorie. Nell'ottobre del 333 a.C. si decise ad affrontare il re dei re, Dario III. I Persiani erano di poco avanzati per mare ma Alessandro andava più veloce di loro. Alla vigilia dello scontro il re macedone cadde gravemente malato e apprese che Dario si era appostato nei pressi della sua retroguardia. La situazione era dunque critica. A marce forzate il giorno seguente riportò il suo esercito di fronte ai Persiani, che furono costretti ad affrontarlo in una stretta piana costiera. Alessandro ottenne una grande vittoria, compiendo un vero e proprio massacro dei Persiani e costringendo Dario alla fuga. Secondo le cifre che ci sono giunte, 110000 Persiani sarebbero rimasti sul campo nel corso della battaglia di Isso. Da parte macedone vi furono 4000 feriti e, da quanto si apprende dalle fonti, solo 302 morti. Il bottino della vittoria comprese anche la tenda del re e tutti i suoi tesori; Alessandro fece prigioniera anche la regina. che trattò con gentilezza e generosità, insieme alle sue ancelle.