in viaggio

conoscere il proprio corpo


Leggo un articolo che parla di Vulvodinia, che affligge sempre più donne, e come sempre quando leggo queste notizie rimango perplessa, ho il massimo rispetto per ogni sofferenza,  penso però che le persone non vengono educate a conoscere davvero il proprio corpo.Riporto fedelmente parte dell’articolo:"Niente jeans stretti, impossibile usare assorbenti interni, accavallare le gambe, andare in bici o semplicemente stare sedute a lungo nella stessa posizione. Queste alcune delle azioni quotidiane off limits per tutte quelle donne che soffrono di vulvodinia. solo da poco tempo viene considerato una vera malattia. Spesso bollata come un male immaginario, la vulvodinia si caratterizza per il dolore intenso e cronico alla vulva. Una sindrome dolorosa di difficile diagnosi, come sottolineano gli stessi ginecologi, dal momento che questa malattia non si accompagna a segni visibili (il dolore è generalmente vicino all'ingresso della vagina, ma i genitali esterni appaiono sani e privi di lesioni). Particolare che fa sì che spesso i suoi segni vengano scambiati per quelli della vaginite e/o cistite."Non mi permetto di entrare nel merito di una malattia che  provoca molta sofferenza anche psicologica, penso però che ancora una volta i consigli diffusi sono in qualche modo obnubilati da stereotipi che pur di non ledere un discutibile senso morale continuano a ledere la salute della donna.È scientifico che i genitali, sia femminili che maschili devono stare al fresco e per dirla semplicemente devono “prendere aria”, la crescita esponenziale dei problemi legati alla sterilità di entrambi i sessi sono da tempo stati associati, non solo, ma anche, al fatto che i genitali sono sempre coperti e spesso strizzati in tessuti troppo aderenti e che non lasciano traspirare.Inutile quindi girare intorno al problema, quello che invece andrebbe fatto è parlare chiaramente chiamando le cose con il loro nome in modo che le persone, in questo caso donne, possano assumersi la responsabilità del proprio benessere!!Per assurdo ad una sessualità esibita e sbandierata corrisponde una totale mancanza di attenzione su cosa è meglio fare per garantirsi il benessere dei propri genitali ed emerge un “senso del pudore” ridicolo e che favorisce l'ignoranza...Almeno 10 anni fa è stata fatta una ricerca da un gruppo di medici italiani partendo dal preoccupante aumento di patologie vaginali, emerse che la vulva veniva coperta troppo e con tessuti che impedivano una sana aerazione, la ricerca venne pubblicata  oltre che sulle riviste scientifiche anche sui principali quotidiani eppure dopo dieci anni ancora si ignorano queste informazioni, forse perché ormai siamo così sintetici in tutto che non comprendiamo che il nostro corpo ha bisogno di respirare!!La vulva è troppo vestita, questo non è un discorso per pruriti maniacali ma una realtà di fatto che qualunque ginecologa consapevole può confermare.I collant vanno evitati, mai sotto i pantaloni, ma anche sotto la gonna è preferibile evitarli, si creano troppi strati di tessuto sui genitali e il materiale sintetico di cui sono fatti i collant creano un ambiente umido e caldo, che favorisce la proliferazione batterica….e la vulva non riesce a respirare.Appena si può è necessario non indossare biancheria, ora è chiaro che non vivendo in Guinea e non potendo circolare nudi bisogna adattarsi al cosiddetto “vivere civile”, però a casa propria sotto gli abiti niente biancheria, inoltre, quando siete a letto, se proprio non volete rinunciare a vestirvi per dormire, almeno adottate una camicia da notte e sotto nulla.Non è necessario rinunciare agli abiti stretti, ma non vanno indossati sempre e comunque, alternateli ad abiti più morbidi, e probabilmente ci guadagnerete anche in eleganza.Mai usare gli assorbenti interni, e neppure i salvaslip, cambiatevi la biancheria 3 volte al giorno se necessario, ma niente salvaslip, impediscono il passaggio dell’aria, e come per i collant creano un ambiente umido e caldo.E se volete imparare a volervi bene davvero, cambiate le vostre abitudini anche per quel che riguarda il ciclo mestruale, usate la mooncup, ne beneficerete da tutti i punti di vista!!Che cos’è? È una morbida coppetta in silicone medico ipoallergenico che si introduce nella vagina per raccogliere il flusso mestruale, esiste dal 1930!!!, in Inghilterra e Germania è largamente usata ovviamente in Italia la maggior parte delle donne ne ignora completamente l’esistenza.Con l’uso della mooncup, ci si sente sempre pulite e in ordine per tutto il periodo mestruale. Non altera l’equilibrio della mucosa vaginale né deposita fibre estranee in vagina. Con la Mooncup il corpo non è a contatto con sostanze chimiche. Si può andare in piscina, usare i bagni pubblici senza più pacchettini da aprire e chiudere stando in bilico in posizione acrobatica per non toccare nulla, si riducono notevolmente i crampi vulvari, si annulla il cattivo odore, non crea secchezza vaginale inoltre, dato che è tenuta ferma dai muscoli vaginali, funziona anche come un buon allenamento muscolare per il pavimento pelvico e in ultimo si risparmiano un sacco di soldi e si evita di lasciare alle generazioni future tonnellate di assorbenti che, nel caso non lo sapeste, hanno un grande impatto ambientale. Inizialmente l’idea della Mooncup potrebbe creare dubbi e perplessità. Molte di noi sono cresciute in un' era che non offriva alternative ai tradizionali assorbenti usa e getta.   Le credenze della società sul ciclo mestruale hanno influito molto sulle nostre idee a riguardo...è tempo di riconciliarsi con la propria natura, si ha l'opportunità di sentire che le mestruazioni sono un evento naturale, di cui andar fiere, non da nascondere o di cui vergognarsi come molti condizionamenti della nostra società vogliono farci credere. Siamo donne: il ciclo mestruale è uno dei modi che ha il nostro corpo per esprimersi! E’ sempre difficile accogliere nuove possibilità, specie se riguardano una sfera tanto intima. I vantaggi della Mooncup, tuttavia, sono troppi per essere ignorati e chi l’ha provata non torna più indietro, è tempo di essere donne consapevoli, pensanti, capaci di informarsi e di scegliere, di assumersi in prima persona la responsabilità del proprio benessere.