Come vorrei la mia v

Splendide emozioni - prima parte


 Resoconto di un finesettimana esclusivo   Mercoledì ricevo la telefonata di un caro cliente, quasi stupito e un poco preoccupato per l’intonazione della voce durante il primo saluto, chiedo subito se ci sono problemi alla installazione presso il rifugio Margherita, a me particolarmente caro.La richiesta del cliente diventa subito particolarmente gradita, vuole che vada a fare i rilievi necessari per migliorare ed adeguare il rifugio Gnifetti sotto il profilo energetico e non solo.La mia mente comincia a fantasticare ed immagino tutto lo scenariocontornato di candida neve e crepacciati ghiacciai.Lo scorso anno avevo eseguito dei lavori imponenti, grazie a personale decisamente positivo, collaborativo e magnificamente socievole.Il mio intervento non sarebbe stato possibile se quegli amici non fossero stati così “in gamba”.Mi rendo conto subito che la richiesta non si ferma alla sola verifica, fine preventivo, ma alla volontà di esecuzione dell’impresa.Le parole esprimono una gratitudine per il lavoro svolto, mi imbarazzano i complimenti del cliente.Lui traduce in numeri i benefici dell’impianto installato lo scorso anno, mi espone i dati quasi fossero delle paole di un romanzo da leggere tutto d’un fiato, particolari che accrescono la curiosita ad ogni parola detta.Mi espone gli obbiettivi dell’opera da farsi ed io controbatto con le innovazioni che vorrei proporre e subito siintrecciano discorsi che via via delineano una immagine nella mia mente.Ora so che il mio compito sarà particolarmente oneroso.Gli accordi sono di volare venerdì fino al rifugio.Lo scorso anno ho potuto avvalermi di un grande personaggio, Paolo, che mi ha supportato in modo unico durante i lavori in quota, Dopo aver terminato la telefonata con il cliente chiamo Paolo per offrirgli la possibilità di tornare sul ghiacciaio e potermi avvalere nuovamente della sua grande esperienza e capacità .Il giorno dopo ci accordiamo di incontrarci di fronte al negozio di attrezzatura per montagna dove avremmo noleggiato l’attrezatura per praticare del sano sci alpinismo.La nostra immaginazione corre e le parole si sprecano , non conteniamo la frenesia e l’attesa per il domani.Ci salutiamo rinnovando gli accordi per il viaggio dell’indomani mattina.Le corse ai preparativi sono sempre ricche di contrattempi e finisco di preparare lo zaino con il solito timore di aver scordato qualcosa.Punto la sveglia per le 4.00 del mattino seguente, l’appuntamento è alle 5.00 per iniziare la nostra nuova avventura.Le ore di sonno sono poche, ma i sogni le impegnano tutte ed intensamente.Il film a colori che scorre nel mio sonno è luccicante e intenso.Poco prima delle 4.00 apro gli occhi e salto giù dal letto a gambe pari, finalmente è l’ora.Le stelle nel cielo luccicano in modo sistoso e dalla finesta socchiusa posso odorare un vento pungente.Ho preso accordi con il gentore del rifugio per sapere se quest’oggi l’elicottero volerà, dipendentemente dalle previsioni meteo.Faccio squillare il telefono e pochi squilli dopo risponde una voce assonnata, ma gentilmente mi rassicura sulla possibilità di volo.Mi preparo e mi specchio più volte per vantarmi del nuovo acquisto fatto il giorno prima.Quei pantaloni grigi, tecnici adatti ad intensa attività montana mi fanno sentire un po più bravo, è solo illusione, ma so che le dure condizioni mi permetteranno di testare nuovamente le mie capacità.Le 5.00 Paolo arriva a casa mia, puntuale come sempre, affidabile.Trasbordiamo gli zaini, sci, scarponi e altri piccoli particolari sull’automobile, ci guardiamo e ci facciamo i complimenti ironici sull’abigliamento.Messo in moto il motore sgusciamo via per le vie del paese addormentato.Il viaggio si articola su strade di montagna particolarmente tortuose e lunghe, ma i 90 minuti di percorso sembrano passare velocissimamente, i nostri discorsi variano di volta in volta, lanciano spunti di approfondimento, nuove ambizioni.Arriviamo a destino alle 6.30, , la valle stretta di Alagna comincia a illuminarsi e a colorarsi di verde intenso delle sue pinete.L’aria frizzzante ci incoraggia a indossare la giacca rossa, ci guardiamo e ci mettaimo a ridere, un’altra avventura sta per cominciare, ma come si fa a dimenticare gli amici in questo momento?So che è presto, ma compongo il numero dell’idraulico di Alagna che ha sapientemente eseguito alcuni lavori  lo scorso anno presso il famoso rifugio.Suona solo uno squillo e dall’altra parte un radioso saluto mi emoziona, malgrado l’ora è contento di sentirmi. Accetta l’invito di volare insieme alla Margherita per vedere insieme alcuni lavoretti.Ci diamo appuntamento al bar delle guide, alle 7.30, l’elicottero non arriverà prima delle 8.00, ma la piazzola di decollo è poco distante e ci godiamo il profumo del caffè appena preparaqto e delle briosche appena sfornate raccontandoci le belle avventure vissute ulimamente.L’attesa cresce ed i pochi minuti di attesa sembrano interminabili, siamo impazienti di raggiungere la vetta.Finalmente la radio ci allarma e Michele, l’idraulico, nonchè guida della valsesia ci ricorda alcuni accorgimenti per alloggiarci sul velivolo.Il pilota atterra con uno spettacolare allungo, ci sediamo assicurando gli sci al cestello sopra i pattini dell’elicottero ed imbracciamo gli zaini ingombranti.Il pilota dà motore, inclina il quadriposto ed in men che non si dica vediamo i tetti delle case rimpicciolire.Aferro le cuffie e saluto il pilota che già avevo conosciuto in altra occasione e discutiamo durante gli 8 minuti di volo.Avvistiamo la capanna Margherita ed ho l’onore di avvertire a terra l’imminente atterraggio.Forse sarebbe più esplicativo dire annevaggio, cisto che i pattini dell’elicottero poseranno su una strettissima porzione di neve perenne.L’accoglienza è la solita, impressionantemente piacevole.Malgrado gli impegni verso i clienti siano pressanti , tutto il personale del rifugio ci riservauna accoglienza calorosa ed amichevole.La sera prima avevo sentito la cuoca, Marzia, con voce rauca confermarmi la disponibilità ad eseguire certi lavori. Non ho potuto fare a meno di portrle un omaggio, del buon miele per alleviare il fastidio alla gola.Il sole delle 9 del mattino illumina le pareti del Liskam, del Cervino, e dele altre 14 vette oltre i 4000 dei dintorni e la limpidezza del cielo ci miostra uno spettacolo impressionante.Il Monviso appare vicinissimo, appena più in là appaiono gli appennini liguri e toscani.Lo splendore di una giornata unica, la limpidezza del cielo mostra un blu intenso quasi da cartello stradale, più in basso uno splendente candido ghiacciaio.Il confine tra cielo e terra è impressionante, i due colori sembrano combattere una battaglia a chi spodesta l’altro, vigoroso e tenace, due colori forti che spumeggiano senza sfumature.Più in giù alcuni alpinisti stanno avanzando faticosamente in corsata, i ramponi si conficcano pesantemente nel chiaccio, i fiati appesantiti dalla quota , condensano quasi a precipitare sulla neve.La cuoca ci distrae offrendoci un discreto trancio di crostata alla marmellata di mirtillo preparata la sera prima.Devo dire che la somma delle belle cose vissute in quei pochi momenti è una emozione unica, troppe belle sensazioni vissute in pochi attimi, ho quasi paura a voler credere sia realtà e non un sogno.Ci organizziamo i lavori di manutanzione e cominciamo a ripassare i collegamenti sia nelle cabine eletriche, sia nelle staze.Il lavoro è veloce e io mi preparo a salire una corda per stringere le graffe delle celle fotovoltaiche.Luca, il gestore della margherita, mi prepara l’ancoraggio della corda , fissa i rinvii ed i moschettoni in modo da poter esguire i lavori in modo più che sicuro.Il tempo passa e la cuoca suona il triangolo, impazientemente.Assaporiamo un piatto di tortelli al crudo e parmigiano.Il momento del pranzo diventa un’occasione di festa, di rcordi, di amicizia.Poco dopo il cafè Paolo ed io ci prepariamo a scenderee all’altro rifugio, dove avremmo cominciato a fare i nostri rilievi.L compagnia ci distoglie dall’intento per un’ulteriore ora.Indossiamo gli sci e solleviamo la cerniera della giacca, infiliamo gli ochiali da sole e sistemiamo il cappello .La discesa non inizia benissimo, un leggero mal di montagn, ci annebia un poco la soddisfazione.Superiamo diversi alpinisti durante la discesa e tutti ci salutano con una certa invidia.La neve parzialmente farinosa ed intonsa si sforma durante il nostro passaggio e si delineano delle sinuose scie.Giungiamio alla gnifetti ed il tempo di slacciare gli scarponi capiamo che la serata sarà particolarmente festosa, contiamo un centinaio di ospiti, tutti intenti a partire l’indomani per una ascesa alla margherita.Il pomeriggio cominciamo a fare i nostri sopralluoghi, misuriamo, disegnamo, ragioniamo sui passaggi, scambiamo pareri sulle cose da fare e come dovranno essere fatte.Il tempo scorre e ci invitano a cenare.La pasta non è prettamente al dente, l’arrosto di vitello con carote e piselli è invece, gustoso e inemente speziato.Una scodellina di pesche sciroppate ed la fame è saziata.La notte è ormai calata, le stlle brillano incuranti del vento che spazza via i pochi residui dei neve dal tetto.Riesco a coinvolgere una decina di persone a guardare le stelle. Gli ospiti di Bolzano si infilano gli scarponi e si avvicinano alla vetta dove poter ammirare uno spettacolo fuoridal comune.La via lattea appare sfolgorante quasi da volersi mostrare irriverentemente La pennellata di stelle mi rinvigorisce comincio a distrarmi , immagino le figure, mi perdo in sogni ad occhi aperti. ......... segue..................