AREJAR
I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni
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“come si immaginano i bambini protagonisti della favole e i bambini che quelle favole ascoltavano?”. Cosa è rimasto, in altre parole, in questi anni dominati dalla televisione, della magia e del mistero dell’infanzia? Nata a Dresda nel 1969 (all’epoca Germania Est), Loretta Lux si forma come pittrice all’Accademia di Monaco ed inizia i primi esperimenti con la macchina fotografica relativamente tardi. La sua estetica è in effetti colta e ricca di rimandi pittorici, come ammette la stessa Lux, che mette tra le proprie principali fonti d’ispirazione artisti distanti nel tempo come Francisco Goya, Hans Holbein ed il Bronzino. I piccoli protagonisti delle sue foto sono spesso ritratti davanti a fondali dipinti o in ambientazioni talmente rarefatte da sembrare uscite da un libro di illustrazioni per l’infanzia. L’obiettivo fotografico non viene usato per cogliere il vero, ma serve e ricreare suggestioni tanto verosimili quanto artefatte. Gli scatti di Loretta Lux ricordano certi vecchi album di famiglia, dominati come sono da calzoni corti ed abiti in stile inizi del Novecento, capelli sempre perfetti, occhi grandi ed sguardi incredibilmente seri che non tradiscono alcuna emozione.
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